Si torna a parlare della baby gang di Ancona a Storie Italiane, un gruppo di circa 150 ragazzi che ha preso di mira numerosi ragazzi, vessandoli e picchiandoli. Il programma del primo canale è stato preso di mira proprio dagli stessi bulli, che hanno pubblicato foto con il dito medio sui social e anche insulti all’inviata Carla Lombardi. “La prima volta è avvenuta nel 2019 durante la Notte Bianca di Ancona – ha raccontato la signora Patrizia, mamma di una vittima – ho visto che prendevano la testa di mio figlio per picchiarlo, Io sono intervenuta, ho bloccato il braccio di questo ragazzo, mi hanno circondato in dieci, mi volevano picchiare e qualcuno mi è arrivato sulla punta del naso dicendomi che mi avrebbero spaccato la faccia e io li ho affrontati. Poi si sono impauriti e sono scappati. Ho denunciato ho sensibilizzato altre mamme a denunciare, denunce archiviate e poi riaperte quando sono stati pestati alcuni fidanzatini in città”.
E ancora: “La seconda aggressione è avvenuta qui e si è trovata due senegalesi che l’hanno picchiato, due calci nello sterno. Mio figlio ha preso coraggio, si è tirata su ed è riuscito a reagire- Nel corso di questi tre anni è divenuta una gang multi etnica, ci sono tunisini, africani… La terza aggressione? Ci sono indagini in corso ma io so già chi è, sono dei tunisini”.
BABY GANG DI ANCONA: IL COMMENTO E GLI AGGIORNAMENTI DEL SINDACO
Valeria Mancinelli, sindaco di Ancona, è stata anch’essa intervistata da Storie Italiane: “Sono fenomeni che si contrastano su più piani, ed è evidente che ognuno deve fare il mestiere suo. L’azione di indagine repressiva la può fare solo la polizia, e che la sanzione penale a queste persone che commettono reati la può erogare solo la magistratura. E’ evidente che l’azione di prevenzione generale, educativa per prevenire questi fenomeni, deve essere esposta da soggetti diversi, dalle istituzioni pubbliche, scuole e famiglie”.
Quindi il primo cittadino di Ancona ha aggiunto: “Tutti gli autori di questi episodi sono stati individuati e denunciati dalle forze di polizia alla magistratura e ora dovrà fare la sua funzione e su questo non è il sindaco che può intervenire. Io come sindaco faccio i passi che devo fare e lo dico pubblicamente ma lo faccio nelle sedi istituzionali. Questi ragazzi, fermati dalla polizia in piazza Roma si trasferiscono altrove. Cosa posso fare, mettere lo sceriffo? Stanno investigando”.