Baby Gang, il noto artista trapper che negli ultimi anni ha rubato le scene musicali ma anche pagine di cronaca, è stato condannato a tre anni e quattro mesi di reclusione in primo grado. Il 23enne Zaccaria Mouhib, vero nome appunto di baby Gang, è accusato di resistenza a pubblico ufficiale e il giudice del tribunale di Milano ha deciso di condannarlo. A deciderlo, come riferito dai colleghi di Rockol.it, è stato Tommaso Perna, giudice per le indagini preliminari del capoluogo lombardo, in merito alle vicende che sono accadute tre anni e mezzo fa, il 10 aprile del 2021, i disordini mentre Neima Ezza (nome d’arte di Amine Ez Zaaraoui), stava realizzando un video musicale da pubblicare poi sulle varie piattaforme social e su Youtube.



Durante quella produzione le cose non andarono proprio per il verso giusto visto che alcune persone presenti, fra cui appunto Baby Gang, diedero vita secondo l’accusa a dei tafferugli con le forze dell’ordine. Durante le riprese si presentarono infatti in zona San Siro ben 300 persone, secondo quanto spiegò poi la polizia, fra cui anche vari minorenni e appunto i due trapper di cui sopra.



BABY GANG CONDANNATO: LEGALE ANNUNCIA RICORSO

Qualcuno iniziò a lanciare degli oggetti contro la polizia, e Baby Gang venne accusato di aver organizzato una manifestazione senza prima chiedere l’autorizzazione al Comune di Milano, ed inoltre, di resistenza a pubblico ufficiale, accusa per cui è stato appunto condannato oggi.

Niccolò Vecchioni, l’avvocato che difende Baby Gang, ha già fatto sapere che ricorrerà in Appello, non trovandosi quindi d’accordo con la sentenza in primo grado. Secondo quanto riferito dallo stesso legale, come si legge sul Corriere della sera, Baby Gang era presente durante la registrazione del video ma se ne era andato prima dell’arrivo della polizia di conseguenza non è stato uno dei protagonisti in negativo di quegli eventi.



BABY GANG CONDANNATO: POTRÀ PRENDERE PARTE AL TOUR EUROPEO

Da segnalare che il tribunale di Milano ha disposto anche a carico del cantante la sorveglianza di un anno e sei mesi perchè ritenuto soggetto socialmente pericoloso ma ha concesso al trapper di poter prendere parte al tour che scatterà a fine ottobre e che toccherà alcune città dell’Europa, concedendogli quindi di potersi allontanare dal proprio domicilio.

Rockol.it ricorda come quello fra Baby Gang e la giustizia sia un rapporto che è iniziato diversi anni fa, precisamente nel periodo 2020-2021, in piena pandemia di covid, quando l’artista venne deferito per diffamazione, ma anche altri reati come porto d’armi abusivo, quindi istigazione a delinquere, vilipendio, resistenza e oltraggio. Inoltre, è stato destinatario del daspo, un foglio di via, in varie città d’Italia, leggasi le lombarde Lecco e Milano, nonché quella della Riviera Romagnola, da Cattolica a Riccione, passando per Rimini, Misano Adriatico, Bellaria e infine Igea Marina.