Il governo Meloni punta «sulla prevenzione per la devianza dei ragazzi, ma senza rinunciare alla fermezza per chi si è macchiato di pesanti reati». Questo non vuol dire che la sintesi è più carcere per i minorenni. Lo precisa Andrea Ostellari, sottosegretario leghista con delega alla Giustizia minorile, uno degli artefici del Dl Caivano, in un’intervista a Repubblica. «Il primo obiettivo di questo provvedimento resta intercettare i minori prima che si brucino la vita e facciano del male ad altri. Scongiurare sul nascere possibili carriere criminali». L’ammonimento serve proprio a prevenire, «a coinvolgere le famiglie, eventualmente anche a sanzionarle: per evitare effetti a catena». Ostellari aggiunge che in questa direzione va anche la messa alla prova anticipata, per non vanificare l’idea della rieducazione.



Secondo Mulè, i 12enni si vanterebbero dell’ammonimento, Ostellari allora replica sui dubbi di Forza Italia: «I dubbiosi si sono quasi tutti tranquillizzati quando hanno letto il testo definitivo. E non credo che sarà un vanto per i 12enni. Di sicuro non lo sarà per i genitori, che rischiano pesanti sanzioni». Visto che la delinquenza è immersa in contesti abbandonati e di grave disagio, il ragionamento di Ostellari è che in primis bisogna assicurarsi che i ragazzi vadano a scuola. «Il fenomeno dell’abbandono scolastico dei minori è in forte crescita. Fino a ieri la sanzione per i genitori era ridicola: trenta euro. Con questo decreto, andiamo colpire più duramente chi fa finta di niente. Poi, certo, serve tutto il resto». A partire dagli investimenti.



“IL CARCERE NON E’ L’UNICA RISPOSTA”

Quel “tutto il resto” è da tempo richiesto da giudici ed esperti del settore minorile. Ad esempio, vengono chiesti più insegnanti, educatori e assistenti sociali, oltre ad un vero monitoraggio sulle famiglie. Per Andrea Ostellari si tratta di un problema con radici antiche le cui soluzioni verranno trovate nel tempo. «Ma è evidente che il carcere non può essere un’unica, incondizionata risposta». In qualità di sottosegretario con delega alla Giustizia minorile, annuncia che insieme al giudice Antonio Sangermano, che è capo dipartimento, stanno individuando strutture per aprire comunità per minori gestite direttamente dallo Stato. Non sarebbe male uno sguardo attento agli Istituti penali minorili: «Quando ho assunto la delega alla Giustizia minorile, dicembre scorso, i minori detenuti negli Ipm erano circa 320. Oggi sono 100 in più».



A proposito di personale e strutture, Ostellari spiega lo stato dell’arte: «Noi ora abbiamo consegnato il cantiere del Beccaria, riaperto l’Ipm di Treviso, ristrutturato Catanzaro. Entro un anno inaugureremo il nuovo Istituto a Rovigo, con ampi spazi per attività formative e di lavoro. E stiamo concludendo un concorso che consenta a tutti gli Ipm di avere un direttore e un comandante dedicati: figure fondamentali. Poi, bisogna intervenire su educatori e su luoghi alternativi alla detenzione». Infine, giudica “Liberi di Scegliere“, il modulo sperimentato dal giudice Di Bella per l’allontanamento di minori da contesti criminali, «un valido antidoto, contro coloro che privano i minori di un futuro di legalità e speranza».