«Mi sento sepolto vivo». Si conclude così la lettera che Baby Gang ha scritto dal carcere di Busto Arsizio a Nicolò De Devitiis, inviato delle Iene che ha firmato il servizio sui guai giudiziari del giovane rapper. Il programma di Italia 1, infatti, ha diffuso quelle che ha definito riprese inedite e integrali della rissa finita nella sparatoria che ha coinvolto il rapper e Simba LaRue a Milano nella notte tra il 2 e 3 luglio del 2022, vicenda conclusasi con la gambizzazione di due senegalesi che erano sul posto e per la quale il trapper è stato condannato in primo grado a 5 anni e due mesi.
Nel servizio delle Iene si ricostruiscono i momenti della colluttazione, dall’aggressione di alcuni ragazzi estranei al gruppo di Baby Gang e Simba LaRue al presunto furto di uno dei ragazzi: immagini che potrebbero dimostrare l’estraneità di Zaccaria Mouhib, questo il nome all’anagrafe del trapper, alle accuse per cui è finito ai domiciliari. Infatti, quando il marsupio viene preso da Simba LaRue, che poi lo passa a un altro compagno, Baby Gang appare lontano dall’azione, ma il trapper è stato condannato proprio per quel furto, con pena di 4 anni e 10 mesi. Inoltre, avrebbe tenuto in mano una pistola durante alcuni momenti della rissa, senza però sparare, eppure ha scontato 4 mesi in prigione prima di essere scarcerato per finire ai domiciliari.
IL SERVIZIO DELLE IENE SUL CASO BABY GANG
«Al di là di tutto, la sintesi è questa: Baby aveva una pistola, ma non l’ha mai usata. Ha partecipato alla rissa, ma non ha sparato. E quel borsello non l’ha mai toccato», viene spiegato nel servizio. Peraltro, nell’aprile scorso Baby Gang è stato arrestato per la violazione dei domiciliari, perché avrebbe pubblicato su Instagram contenuti per la promozione del suo nuovo album, vicenda su cui il suo entourage ha fatto sapere che sarebbero stati i collaboratori, non il trapper, a pubblicare il materiale e che erano stati rispettati gli accordi col giudice per la promozione del lavoro del rapper.
Risale al 7 maggio la decisione di Baby Gang di iniziare lo sciopero della fame in protesta contro tale decisione. «Secondo i giudici, però, Baby Gang poteva fare il video ma non poteva pubblicare le foto. Dicono che in quel modo Baby ha violato gli arresti domiciliari e ha comunicato con un numero indeterminato di soggetti, cioè i follower. Secondo loro avrebbe lui pubblicato queste foto. E invece chi le ha pubblicate? Io», ha raccontato un collaboratore.
LA LETTERA DI BABY GANG PER L’INVIATO DELLE IENE
Nella lettera per l’inviato delle Iene, Baby Gang gli ha scritto di aver bisogno di lui, raccontando di non disporre di acqua calda e di non dormire da giorni. «Mi manca il respiro pure nell’ora d’aria», ha aggiunto il trapper, che descrive le celle piene di «umidità e disperazione». Sono posti in cui ci si dimentica la propria identità e dove ci si trova, ma lui in realtà non riesce a dimenticare nulla. «Per questo ho bisogno di te. Ho bisogno che qualcuno mi aiuti ad accendere una luce su questa storia», l’appello lanciato a Nicolò De Devitiis. Baby Gang ha “confessato” di essere colpevole di aver girato un video per il suo nuovo singolo (peraltro, con il braccialetto elettronico alla sua caviglia) e di aver chiesto e ricevuto tutte le autorizzazioni.
«Confesso la mia sfiducia nella giustizia. Confesso di non capire più un sistema che toglie la libertà per una banalità simile. Confesso di essere incredulo e incazzato». L’artista confessa di ridere quando sente affermare che il successo rende privilegiati, anche perché ha il dubbio che la sua carriera «possa essere compromessa», di essere «marchiato a vita» da questa vicenda, ma è certo che continuerà a scrivere quello che sente fino a quando avrà voce. «Non è il carcere a farmi paura, sono già stato dentro e so di poter sopravvivere», ha aggiunto Baby Gang prima di concludere chiedendo all’inviato delle Iene di far sentire la sua voce fuori dal carcere dove si trova.