Baby influencer sul web, arriva la legge contro lo sfruttamento dei minori

La battaglia contro lo sfruttamento ai baby influencer sul web va avanti e come sottolinea Il Messaggero sono in arrivo delle misure contenitivo per arrestare un fenomeno purtroppo ampiamente diffuso negli ultimi anni grazie all’avanzare dirompente dei social network. E’ infatti in arrivo una legge a tutela dei minori, con maggioranza e opposizione che stanno ideando una legge bipartisan a partire dai sette disegni di legge già depositati in Parlamento, con l’obiettivo di stoppare gli abusi sul web, sarebbe già arrivato un primo via libera alla norma tra settembre e ottobre, insieme a un codice in fase di elaborazione in casa dell’Agcom dopo l’ok dei mesi scorsi alle linee guida per gli influencer.



Il primo obiettivo della lotta contro i baby influencer è quella di garantire correttezza dopo la questione Balocco con protagonista Chiara Ferragni nei mesi scorsi che ha scatenato un mare di polemiche, in questo modo si andrebbe a limitare la pubblicità occulta e l’abitudine dei pagamenti in regali, oltre a servizi non tassati in cambio di promozioni dei brand, un fenomeno diffuso a macchia d’olio anche tra i piccoli influencer e non solo tra i colossi. E la proposta di legge bipartisan presentata dal PD alla Camera e da Fratelli d’Italia al Senato, la cosiddetta Madia-Mennuini sarebbe di fatto la base di partenza concreta per fronteggiare una questione.



Cosa prevederà la proposta di legge sui baby influencer nel dettaglio

Andiamo a vedere più nello specifico come dovrebbe funzionare le legge per la tutela dei baby influencer, una norma che in primis obbligherà le piattaforme social a verificare l’età degli utenti in modo da negare l’accesso ai minori di 18 anni, mentre la diffusione non occasionale di immagini e videi con minori di 16 anni necessiterà oltre all’approvazione di entrambi i genitori, anche la concessione della direzione provinciale del lavoro se l’attività produce entrate superiori ai 12 mila euro all’anno.



L’esperta di social Veronica Gentili ha spiegato a Il Messaggero: “Il mondo degli influencer è ancora una giungla totale, per tutelare chi fa questo lavoro sul serio bisognerebbe stabilire una soglia di fatturato sotto la quale pagare una tassazione forfettaria, superata andrebbe aperta obbligatoriamente la partita IVA”. Per gli esperti la questione riguardo baby influencer e spot occulti e regali non tassati “è un far west che vale fino ai 100 milioni”.