Baby K “regina dei tormentoni”: “Vorrei che si parlasse di successi“
Voglio ballare con te, Da zero a cento, Playa, Non mi basta più, sino all’iconica Roma-Bangkok, che ancora oggi suona nelle radio di tutta Italia e che non smette di martellarci in testa. Sono numerose (e di grande successo) le hit che hanno fatto di Baby K una delle regine delle nostre estati. Tantissimi i tormentoni pubblicati negli ultimi anni, spesso proprio nel periodo più caldo dell’anno, che ci hanno fatto ballare sulle spiagge, nelle piazze e nei locali.
Spesso le è stato attribuito il titolo di “regina dei tormentoni” e, come rivelato in un’intervista rilasciata a Repubblica, ammette: “Sono grata di esserlo, ci sono persone che ucciderebbero per arrivare dove sono io. Mi dà fastidio, semmai, che in Italia questo successo venga visto sotto una luce negativa. Nessuno mi ha regalato niente, ho seguito una gavetta lunga, da sola, partendo dal rap. Dai giornalisti sento dire che sono “canzonette”. E magari è vero, ma vorrei si parlasse di “successi”, miei e dei miei pezzi, con un impatto sulla cultura popolare“.
Baby K: l’assenza di un target di riferimento e l’ipotesi Sanremo
La musica di Baby K, per certi versi, è stata rivoluzionaria: “Nel 2015, per Roma-Bangkok, abbiamo introdotto in Italia i suoni dell’America Latina. Nessuno ci avrebbe scommesso, la tradizione era un’altra. Io venivo dalle serate black, dove c’era il reggaeton. E mi sono detta: “Perché no?”. Oggi quella musica è un trend“. Tuttavia, come rivelato nel corso dell’intervista, ammette di non avere un proprio posto nella musica, di non riuscire a posizionarsi in un determinato genere musicale: “Nel rap, come donna, ho lottato per essere credibile. Ora non appartengo più all’hip hop, ma non faccio neanche pop classico. Non ho una scena di riferimento, mi sento un pesce fuor d’acqua. È scomodo“.
Di conseguenza, al momento, non ha un target preciso di riferimento ma le sue canzoni sono destinate a tutti: “È il bello di certe hit. Però così si rischia anche di non parlare a nessuno. Non so ancora, per esempio, quale sia il mio pubblico. Direi che è generalista, ma non so mai a chi mi rivolgo“. Infine, un pensiero sulla sua assenza dalla scena musicale del Festival di Sanremo: “Non l’ho visto come un palco a me affine, ma è cambiato. Non lo escludo“.