Sei baby migranti di origine afghana sono stati intercettati su un camion in Lombardia, più precisamente a Desio, nascosti fra scatole e pezzi di ricambi per le automobili. Un’immagine triste e drammatica, che coinvolge direttamente cinque minori (due sedicenni e tre diciassettenni) e un giovane di 24 anni, capaci di sopportare un viaggio estenuante di 2mila chilometri, iniziato in Romania e condotto per 48, lunghe ore, all’interno del veicolo e completamente al buio, senza avere a disposizione cibo da consumare o acqua con la quale dissetarsi. Condizioni che definire “limite” appare quasi un eufemismo.



Fortunatamente, sono riusciti a sopravvivere a questa “avventura”, come rivelano i colleghi de “La Stampa”, i quali spiegano che i loro parametri vitali erano sostanzialmente buoni, anche se erano evidenti i segni della disidratazione, dovuta al caldo patito, e i morsi della fame (erano a digiuno, come detto, da due, lunghissimi giorni). Senza dimenticare che hanno viaggiato totalmente nell’oscurità e, dunque, rimanendo profondamente disorientati quando hanno avuto modo di rivedere con i loro occhi la luce del giorno.



BABY MIGRANTI SU UN CAMION A DESIO: AVVIATE PRATICHE PER RICHIESTA D’ASILO

I baby migranti sono stati trovati su un camion presso un’azienda logistica di Desio, durante le operazioni di scarico del mezzo. Improvvisamente, racconta ancora “La Stampa”, da dietro gli scatoloni sono spuntati i ragazzi afghani, visibilmente impauriti. Subito sono stati soccorsi e rifocillati, oltre a essere sottoposti alle misure preventive anti-Covid. Le loro strade, poi, si sono divise: i cinque minori sono stati presi in carico dalle strutture assistenziali del Comune, mentre il 24enne è stato trasferito in Questura. Per tutti loro sono state avviate le pratiche per la richiesta d’asilo.



Per quanto concerne i due autisti del tir sul quale si sarebbero clandestinamente intrufolati i sei giovanissimi, entrambi di nazionalità rumena, essi hanno giurato di non essere al corrente della presenza dei ragazzi a bordo. Il procuratore del Tribunale dei Minori di Milano, Ciro Cascone, ha asserito: “È difficile risalire alle organizzazioni che approntano questi viaggi. Gli arrivi più frequenti sono a Torino, Milano e in Emilia. A viaggiare in questo modo sono soprattutto giovanissimi, il biglietto lo pagano i genitori per cercare di garantire un futuro migliore ai loro figli”.