Baby trans: in Francia il dibattito si infiamma
In Francia si sta sviluppando un ampio dibattito attorno alla questione dei baby trans, ovvero di permettere ai minorenni di accedere alle operazioni per la transizione del sesso biologico. Tutto, inoltre, si starebbe sviluppando all’interno del governo e di quello che viene chiamato Dilcrah, ovvero la delegazione interministeriale, che risponde direttamente al Primo Ministro francese, per la lotta contro il razzismo, l’antisemitismo e l’odio anti-LGBT, che al suo interno include un consiglio scientifico.
Proprio attorno ai rapporti tra questi due organi si sarebbe creato il caos in merito alla questione baby trans. Il consiglio scientifico si riunisce periodicamente, fornendo suggerimenti e consigli medico scientifici all’organo Dilcrah. In primavera, l’attivista per i diritti trans Karine Espineira si dimise dal suo ruolo nel consiglio di Dilcrah, denunciando il fatto che il presidente dello stesso, fosse anche un membro dell’Observatoire de la Petite Sirène, un gruppo indipendente di medici e psichiatri che si battono contro l’accesso agli interventi per i baby trans. Da quel momento il direttore in questione, Smaïn Laacher, si è dimesso dal suo ruolo nella OPS.
Caos per i baby trans in Francia
Da quel momento sarebbe stata una cascata di eventi, quella che ha travolto il dibattito sui baby trans in Francia. Il comitato scientifico di Dilcrah con un comunicato stampa interno avrebbe denunciato “la violenza simbolica, spesso accompagnata da quella fisica [che] continua a ripetersi, determinando un significativo restringimento degli spazi di scambio e di polemica necessari all’interesse generale”, secondo quanto riportato dal quotidiano francese Le Figaro.
“La questione della transfobia“, commenta una delegata di Dilcrah in merito alla questione dei baby trans, “sembra sconvolgere un lavoro che finora è stato aperto a opinioni divergenti. Il nostro lavoro di scienziati non può essere adattato ai preconcetti. Libertà di ricerca significa poter ascoltare tutti, anche se questo significa poi fornire un contraddittorio documentato e pacifico (..) ho partecipato a tutte le riunioni del consiglio scientifico e non ho notato difficoltà di espressione di alcun tipo”. Invalidando, insomma, la visione di chi vedeva nel comunicato interno un’accusa contro la polarizzazione del discorso sui baby trans in favore di una progressiva apertura, invece che di un dibattito scientifico che lasci ad ognuno la libertà di esprimere la propria opinione.