A Non è l’Arena, programma condotto da Massimo Giletti, è andato in scena uno scontro tra Andrea Stramezzi e Pasquale Bacco. Tra i due medici c’è stato un battibecco piuttosto acceso, nel quale l’ex medico no vax, Bacco, ha accusato il collega di aver preso soldi dalle donazioni ricevute per la sua applicazione: “Ha avuto il fiuto. Non è un odontoiatra che ha curato il Covid, ha un desiderio inconscio di essere un’azienda che cura il Covid, avendo visto terapie domiciliari e Mauro Rango, che ha frequentato per un po’. Ha fatto un’app che presenta come gratuita ma ha raccolto soldi per farla. Mi quereli se dico bugie”.



Secondo Bacco, Stramezzi ha mandato dei messaggi molto pericolosi sia da un punto di vista farmacologico, dunque relativo alle cure, sponsorizzando farmaci in realtà non davvero utili contro il Covid, ma non solo. Secondo il medico, infatti, la colpa di Stramezzi sarebbe stata anche quella di allontanare le persone dagli ospedali e dai medici di famiglia attraverso la sua app: “Ha mandato messaggi pericolosissimi. Da un punto di vista farmacologico il cortisone, l’ivermectina e l’idrossiclochina. Le persone come lei hanno allontanato le persone dai pronto soccorso e dai medici di famiglia. Lei ha mandato il messaggio che ci si poteva curare tramite app, raccogliendo una marea di soldi che poi vi siete messi in tasca. Non solo ha chiesto donazioni… Conosco pazienti che hanno dato 450 euro”.



Scontro Stramezzi-Bacco: cosa è successo

Andrea Stramezzi ha risposto a tono, non mandandole a dire al collega che lo ha attaccato duramente: “Io sono un medico chirurgo. Ma cosa ne sa lei. Io non ho frequentato Rango. Lei è un imbecille, non ho mai chiesto un euro ai pazienti. Lei è un bugiardo. Ho chiesto donazioni perché è una Onlus. Io non ho preso soldi”. Una presa di posizione netta, dunque, che va contro a quanto detto da Pasquale Bacco a Non è l’Arena.

Ma quale è l’app di Andrea Stramezzi, che ha come obiettivo quello di prendere in tempo il Covid? Si chiama Covid Healer, e permette ai positivi al virus di inviare una richiesta di assistenza ai primi sintomi dell’infezione. A rispondere dei medici che a distanza hanno come obiettivo quello di aiutare a curare i pazienti. Secondo il medico, questa applicazione potrebbe aiutare nel prendere in tempo il virus e nell’evitare dunque conseguenze più gravi. Secondo altri, come Pasquale Bacco, si tratta invece soltanto dell’ennesimo metodo per fare profitti, che potrebbe inoltre danneggiare i pazienti.