Siamo in Iraq nell’ottobre del 2003, a poche settimane dall’arrivo degli americani e degli alleati della Coalizione. La guerra è finita con la destituzione di Saddam Hussein, ma gli iracheni già si domandano se sono stati liberati o occupati.
È lungo questa sottile e incerta linea di distinzione che in Baghdad Central (miniserie britannica in 6 episodi distribuita da SkyGo e NowTv) si racconta la storia di una normale famiglia irachena proprio in quelle difficili settimane. Così le immagini di un Paese in ginocchio e in preda a una profonda crisi di identità fanno da cornice a un thriller ad alta tensione.
Muhsin al-Khafaji è un ispettore della polizia irachena con un passato difficile. Il regime gli aveva giustiziato qualche anno prima il figlio dissidente e lo aveva degradato. La moglie era morta di tumore senza potersi curare e la figlia più grande ha bisogno ogni giorno della dialisi. Quando la seconda figlia sparisce e lui incomincia a cercarla ovunque, trova inaspettatamente tracce della sua presenza nella “green zone” riservata alle forze alleate. Dopo un incontro casuale, un ufficiale inglese della Coalizione rimane colpito dalle sue capacità di indagine e gli propone di collaborare con le forze di occupazione. Al-Kahfaji risponde positivamente, convinto che il nuovo incarico gli consentirà di svolgere ricerche più approfondite e trovare sua figlia.
La Baghdad che fa da sfondo al racconto è una città allo stremo, abbandonata a se stessa, dove si organizzano spontaneamente bande di giovani impauriti che cercano di controllare militarmente palazzi e isolati. Gli alleati vivono assediati nella “green zone” e girano per la città solo se in assetto di guerra. Il racconto trasmette – devo dire in modo struggente – la sofferenza di un uomo normale, disposto a qualsiasi cosa pur di salvare quello che resta della sua famiglia, ma che alla fine – forse proprio grazie agli insegnamenti ricevuti dai suoi figli – capisce che per salvare loro e se stesso deve dedicarsi al futuro del suo Paese.
La serie è tratta dall’omonimo libro di Elliott Colla, è stata creata da Stephen Butchard e prodotta dalla Euston film, che fa parte della Fremantle. Nel cast da segnalare nel ruolo del protagonista l’attore americano di origini palestinesi Waleed Zuaiter, l’attrice palestinese-israeliana Leem Lubany nei panni della figlia ribelle Sawsan, l’attore statunitense Corey Stoll nel ruolo del capitano della polizia americana John Parodi.
Ottimi finora i risultati ottenuti dalle piattaforme streaming utilizzate per la distribuzione. Forse proprio per questo motivo il progetto, nato come una miniserie, molto probabilmente non si esaurirà. Infatti, la produzione ha già deciso di dare vita a una seconda stagione, questa volta dedicata allo scottante e universale tema: “dove sono finiti i soldi destinati alla ricostruzione dell’Iraq?”.
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