Particolarmente critico nei suoi confronti sul dossier banche, Alberto Bagnai apre a Mario Draghi. L’economista della Lega ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni de La Stampa ed ha evidenziato che il dialogo con l’ex presidente della Bce è apertissimo: «Continuo a pensare che nel 2018 fosse improprio da parte sua sollevare allarmi sulla tenuta del sistema bancario italiano, tanto più che questo era sotto la sua vigilanza. Ma sulle sue scelte e soprattutto sulle sue analisi di politica economica, non ho mai trovato nulla da obiettare».
Alberto Bagnai si allinea dunque a Matteo Salvini, ricordando che la Lega non è assolutamente in opposizione ideologica al progetto europeo: il Carroccio, ha evidenziato l’economista, dialoga con tutti in Ue ed è sempre alla ricerca di soluzioni concrete su problemi concreti. «Se i cittadini non percepissero i problemi sollevati dalla Lega, questa non sarebbe il primo partito, in ulteriore crescita nei sondaggi».
ALBERTO BAGNAI “APRE” A MARIO DRAGHI
Nessun imbarazzo nei confronti di Mario Draghi, ha proseguito Alberto Bagnai, che ha ricordato di essere un suo collega e di avere dunque una lingua comune, quella economica: «È imbarazzante trovarsi a parlare con persone che parlano in termini di fede o di sogno. Sinceramente, non sono Freud: il “sogno europeo” non so interpretarlo». Alberto Bagnai ha rimarcato che da parte della Lega non ci sono preclusioni e pregiudizi sul nome dell’ex presidente Bce, il Carroccio chiede che vengano portati avanti determinati progetti «a partire dal ripristino della legalità costituzionale»: «Basta con la stagione dei Dpcm. Credo che Draghi, uomo delle istituzioni, ci sostenga in questa esigenza, che significa anche consentire quanto prima ai cittadini di esprimersi con il voto, dopo avere messo in sicurezza alcune questioni come i ristori, il piano vaccinale e la gestione degli aiuti europei contenuti nel Recovery Plan, da discutere bene. A questo aggiungiamo l’esigenza urgente di riaprire rapidamente i cantieri delle opere pubbliche strategiche».