«È indispensabile accordare ulteriori proroghe per le scadenze fiscali». Così Alberto Bagnai entra subito nel merito degli ulteriori interventi che il governo deve fare, visto che «la pandemia ha avuto una coda più lunga del previsto». Ma bisogna agire diversamente rispetto al governo precedente, «che annunciava la proroga 1-2 giorni dopo la data di scadenza, causando danni alle imprese». Il senatore della Lega a “L’Aria che tira” ha parlato di altre anomalie italiane, come l’Irap. «Per come è concepita di fatto costringe gli imprenditori a pagare anche quando registrano perdite. Quindi, si sta pensando a come abolirla per superare questa anomalia italiana». Per quanto riguarda, invece, il dibattito sulla patrimoniale, l’economista è contrario. «Nessuno vuole passare per il difensore del perfido ed egoista ricco, ma bisogna andare nella concretezza e analizzare le esperienze storiche. L’Imu che di fatto è una patrimoniale ha determinato un crollo dei valori immobiliari del 30%». Per Bagnai, dunque, quando si avanzano delle proposte, bisogna valutare anche l’impatto che esse hanno.



«Quando crollano i valori immobiliari va in forte difficoltà il sistema bancario, perché vede crollare il valore delle garanzie reali che sono a fronte dei prestiti che esso eroga», ha proseguito Alberto Bagnai. Quindi, ha chiarito che ci sono conseguenze «per i bilanci bancari, per le erogazioni del credito e per le aziende che già ora non trovano credito. Usciamo da questa retorica, visto che la Costituzione tutela il risparmio».



BAGNAI SULLA LOTTA ALLA GRANDE EVASIONE

Bisogna invece puntare ad un target preciso di ricchi. «Quelli che riescono a schermare i loro patrimoni in paradisi fiscali che non sempre sono esotici. Bisogna affrontare questo tema, quello dei paradisi fiscali interni all’Unione europea». A tal proposito, Alberto Bagnai ha citato il caso Kering, multinazionale del lusso che ha pagato 1,25 miliardi al fisco italiano. «Ricordiamoci che c’è la grande evasione. Quello mi sembra un modo per recuperare». Ma ha fatto anche un altro esempio: «Prima che arrivasse Monti il debito pubblico italiano era al 116% del Pil, con l’austerità Monti ci ha lasciato col debito al 135% del Pil. Il problema non è solo il debito, ma anche i soldi per pagarlo. Aumentare la tassazione non favorisce la crescita. Sarei quindi cauto che la riforma fiscale debba inasprire il carico fiscale». A “L’Aria che tira” è stato affrontato anche il capitolo dei mutui per i giovani, quindi il senatore della Lega ha chiarito: «Le banche non sono in condizioni di erogare credito neanche se è garantito oltre il suo valore a causa di un complesso di normative nazionali ed europee su cui non possiamo dilungarci. Non stanno ricevendo credito neppure le imprese, qui purtroppo il problema deriva dall’interlocuzione che il governo precedente non ha avuto con l’autorità bancaria europea. Speriamo che l’autorevolezza di Draghi riesca a riportare equilibrio in questo panorama».

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