Dopo l’informativa del Premier Conte al Senato ha scatenato un putiferio a Palazzo Madama il discorso del senatore Lega Alberto Bagnai, tra i maggiori critici – anche durante il Governo gialloverde – del Presidente del Consiglio: 10 minuti di velenosissime accuse e frecciate contro l’intera gestione della crisi coronavirus da parte di Palazzo Chigi, del Consiglio dei Ministri Pd-M5s e non da ultimo dello stesso Premier Giuseppe Conte, concludendo il tutto con la richiesta di dimissioni dello stesso. «A questo punto la situazione è chiara: tutti vedono che chiunque sarebbe meglio di lei, signor primo ministro… Non so se, come alcuni dicono, il virus sia il risultato di un esperimento malriuscito. Lei certamente lo è… E con il massimo rispetto per il lavoratore da cui è sfuggito, mi preme dirlo che per l’igiene quella democrazia che lei così apertamente disprezza, è necessario che lei rassegni le dimissioni», partendo dalla conclusione è anche il “sunto” dell’aspro attacco fatto dall’economista anti-Ue, consigliere principale di Matteo Salvini (assieme al deputato Borghi).
È stato lo stesso leader della Lega a lasciare questa volta al fidato Bagnai l’onere di replicare all’informativa del Premier circa la fase 2 del coronavirus e il pacchetto di aiuti Ue in vista del prossimo Consiglio Ue (leggasi Mes ed eurobond): nel mirino del senatore leghista vi sono i metodi considerati «antidemocratici» utilizzati da Conte e dal Governo in questi due mesi di assoluta emergenza sanitaria, sociale ed economica. «Utilizza con il fine ultime della tutela della salute mezzi anti-democrazia con i quali Conte giustifica il suo operato», attacca durissimo Bagnai a metà del suo discorso in Senato.
BAGNAI SHOW CONTRO IL PD “VOCAZIONE GENETICA TOTALITARIA”
Non lesina poi attacchi a tutto il resto della maggioranza, soffermandosi in particolare al Partito Democratico e all’estremo rivolgersi agli scienziati per gli interventi straordinari: «La pandemia ha offerto al Partito democratico una preziosa opportunità per manifestare la sua genetica vocazione totalitaria. Assistiamo ad una eversione delle regole parlamentari, della democrazia parlamentare», attacca Alberto Bagnai nella bufera attorno dell’Aula del Senato in protesta. «E’ evidente a tutti che non è il fine la tutela della salute a giustificare certi mezzi. Questi mezzi antidemocratici sono diventati essi stessi il fine», contestualizza l’economista che poi fa riferimento diretto alla sospensione della democrazia «in un momento in cui incombono sul paese scelte cruciali, non solo in ambito sanitario, che esigerebbero il pieno coinvolgimento dei corpi parlamentari e del popolo».
Dal Pd al M5s, attaccato sul fronte Mes-Europa: «C’è stato detto che il Mes è stato fatto. I M5S non hanno la dignità per trarre le conseguenze, ritirando come abbiamo fatto noi la fiducia ad un premier che non risponde al Parlamento. Il prezzo del tradimento è passato il giovedì santo da 30 denari a 30 miliardi di euro. Non esiste un Mes senza troika, non si cambiano i trattati con le pacche sulle spalle». E in chiusura Bagnai ritorna a Conte, solleticando la gioia di Salvini nell’assistere al momento dell’attacco incrociato al suo ex Premier: «non sappiamo se il virus sia frutto di un esperimento malriuscito, ma lei lo è. È necessario che lei rassegni le dimissioni».