MORTE INDI GREGORY, IL MONITO DEL CARDINALE BAGNASCO: “LO STATO SBAGLIA A NON FAR DECIDERE I GENITORI”
La morte di Indi Gregory continua a far discutere, forse più in Italia che non nella Gran Bretagna che ormai vive i casi come la piccola bimba morta per distacco dei macchinari vitali come una triste “abitudine”: secondo l’ex Presidente della CEI, cardinale Angelo Bagnasco, la scelta opzionata dalla Corte inglese non è solo sbagliata ma non rendere affatto giustizia a quel grado di civiltà minima che l’Occidente dovrebbe ancora incarnare.
«Bisogna porsi la domanda seria circa il grado di civiltà. Non riconoscere ai genitori i diritti, e i doveri, sui propri figli, ma arrogarsi questo diritto da parte dello Stato mi pare che sia una cosa che deve interrogare la coscienza», sottolinea l’arcivescovo emerito di Genova nei giorni in cui anche dalla CEI sono giunte parole di sostegno e preghiera per il destino della famiglia Gregory. Secondo Bagnasco, i giudici inglesi hanno purtroppo prevaricato in merito al caso della piccola Indi: sono infatti i genitori che dovrebbero intervenire «rispetto ai propri figli con il loro amore, con la loro consapevolezza, con la loro coscienza. Non capisco questa logica». In questo senso, non vi è una contraddizione in merito ai casi del passato, come Eluana, dove la posizione della Chiesa era in contrasto con la volontà eutanasica di papà Beppino Englaro: «qui siamo di fronte al caso di una bimba, quasi appena nata, per la quale i genitori volevano fare un ulteriore tentativo di cura. C’era l’ospedale Bambino Gesù pronto e c’era la possibilità di un trasferimento immediato: di fronte a queste possibilità, perché no?», spiega il cardinale.
“LA BATTAGLIA PER LA VITA NON È SOLO DELLA CHIESA”: PARLA L’EX PRESIDENTE CEI
Secondo quanto sottolineato sempre su “La Repubblica” dal cardinale Bagnasco, non si può parlare di accanimento terapeutico nel caso Indi Gregory, in quanto «Se ci sono possibilità di continuare di tentare ancora qualcosa con un minore chi è che decide questo confine così sottile?». L’impegno della Chiesa è quello di confermare appieno il sostegno alle cure palliative e l’ostilità all’accanimento terapeutico quando davvero i farmaci e le terapie ricevute diventano del tutto inutili. Ma non è il caso di Indi Gregory, come hanno spiegato gli stessi medici del Bambino Gesù che si dicevano pronti ad accogliere la piccola bimba inglese morta lo scorso 13 novembre nell’ospedale di Nottingham.
L’ex Presidente dei vescovi italiani ringrazia l’intervento del Governo Meloni in merito ai tentativi di salvare Indi Gregory dal destino di eutanasia deciso dalla Corte Uk, «è stata una cosa opportuna e ammirevole. E’ stata una reazione tempestiva e propositiva. Non è la prima volta, conosciamo casi analoghi proprio dal medesimo paese». Bagnasco non teme le presunte strumentalizzazioni politiche in quanto davanti a casi come questi occorre solo guardare «bambini e malati»: in conclusione, la Chiesa sul tema del fine vita chiama al confronto e alla “battaglia” aree culturali e sociali anche ben oltre la sola componente religiosa. Secondo il cardinale Bagnasco infatti, valori come quelli della vita e della salute «sono valori anche umani! La natura umana non viene forse dal Dio creatore? E quindi ciò che è insito nell’uomo è anche totalmente religioso, divino, e la rivelazione cristiana riprende e rilancia molti di questi valori universali nell’ottica di Cristo».