Non sono pochi ieri che avranno guardato la serie-evento di Rai 2 “I Medici” maledicendo quando ai tempi lontani sui banchi di scuola lo studio della storia veniva altamente sottovalutato, preferendo partite a pallone e giri in bicicletta: ecco che davanti alle appassionanti Guerra di Ferrara (detta anche Guerra del Sale per le preziose saline di Comacchio contese), epopea di Lorenzo de’ Medici e conseguente Pace di Bagnolo in molti si saranno chiesti quali eventi storici effettivamente accaddero in quella lontana fine 1400, poco prima che il mondo cambiasse definitivamente con la scoperta dell’America. Nella fiction mostrata ieri, si vede come Lorenzo nel tentativo si mettere fine alle continue diatribe con la Chiesa decide di avviare il figlio Giovanni alla carriera ecclesiastica per ingraziarsi Papa Sisto IV. Nel frattempo però era esplosa la Guerra di Ferrara, combattuta tra il 1482 e il 1484 che si concluse proprio con la Pace di Bagnolo dove il maggior “vantaggio” arrivò proprio per chi quella guerra non l’aveva combattuta ufficialmente, ovvero la Firenze dei Medici. Entrando nelle pieghe storiche di quegli anni, la Guerra di Ferrara venne combattuto nel solo nord-est d’Italia negli anni suddetti e partì dal suggerimento dello Stato della Chiesa con Girolamo Riario (nipote di Sisto IV) – dopo la conquista di Forlì – alla alleata Repubblica di Venezia di attaccare gli Este per conquistare anche Ferrara. Nell’82 la Serenissima si decise a muovere guerra contro gli Este in due anni di accesissimi scontri e perdite di vite umane purtroppo altissime.



CHE COS’È LA PACE DI BAGNOLO?

Con Venezia si schierò ovviamente Papa Sisto IV ma anche la Repubblica Marinara di Genova e il marche Bonifacio III del Monferrato; Ferrara invece vede rispondere la sua richiesta di aiuto da Ferdinando I di Napoli, da Bologna, dai Gonzaga di Mantova e infine anche da Federico di Montefeltro, il Duca di Urbino. Come riportano i trattati storici, nel maggio del 1482 già le truppe della Serenissima guidate da Roberto di San Severino attaccarono da nord il Ducato di Ferrara conquistando diversi territori, sfruttando anche il territorio di Ravenna all’epoca sotto l’egida di Venezia: tra vittime e tentativi falliti di diplomazia (in più occasioni si chiese ai Medici l’intervento contro Venezia e il Papa ma Lorenzo pare rifiutò per non avere ulteriori problemi con lo Stato della Chiesa) nel novembre del 1482 i veneziani arrivarono sotto le mura di Ferrara stretta così d’assedio. Il comando delle truppe fu affidato all’esperto Federico da Montefeltro, che però morì di febbre malarica il 10 settembre 1482 dopo lunga malattia e un’età ormai avanzata. A quel punto la guerra vive una lunga fase di stanca dove più la diplomazia e le trame di potere ebbero la possibilità di modificare gli eventi imminenti che avrebbero probabilmente portato alla sconfitta degli Este e all’ingrandimento enorme di Venezia. Il Duca di Milano Ludovico il Moro temeva proprio l’eccessivo potere in mano alla Serenissima e dunque fece pressione al Papa per deliberare la fine della guerra, firmando una tregua con il Regno di Napoli già il 12 dicembre 1482. Venne poi preparata e chiamata la Pace di Bagnolo firmata il 7 agosto 1484 fra la Repubblica di Venezia e il duca di Ferrara, Ercole d’Este: «Venne trattata e conclusa per Venezia dal gen. Roberto Sanseverino e due Provveditori del campo Luca Pisani e Fantino Pesari, per la Lega in appoggio ad Ercole d’Este il duca di Calabria, Lodovico il Moro, Ferrante di Napoli, Giovanni Bentivoglio, Rodolfo Gonzaga e molti altri», riporta l’Enciclopedia Bresciana. Venezia mantenne quasi tutti i possedimenti conquistati; Ercole I d’Este riottenne Ariano, Corbola, Adria, Melara, Castelnuovo e Ficarolo, ma perse tutti gli altri territori a nord del Po. In “silenzio” e senza entrare in guerra, Lorenzo il Magnifico ottenne un nuovo periodo di pace distensivo tra tutti i Principati e con la sua posizione di grande “mediatore” e scaltro stratega politico ottenne innumerevoli vantaggi dal periodo che seguì la pace di Bagnolo e i rinnovati buoni rapporti con lo Stato della Chiesa.

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