Il botta e risposta a distanza tra Massimo Giletti e Salvatore Baiardo tiene banco in queste ore sullo sfondo della notizia della sospensione di Non è l’Arena. Anche perché proprio l’intervista del conduttore all’ex factotum dei Graviano potrebbe essere all’origine della decisione di La7 di chiudere anticipatamente e in maniera improvvisa il programma. L’ipotesi è suggerita dal Domani, secondo cui la presenza di Baiardo sarebbe stata pagata, secondo alcune fonti, circa 30mila euro. Lo stesso Baiardo al Domani ha confermato i pagamenti per le interviste, ma non la somma ricevuta. «Mi hanno pagato alcuni gettoni di presenza, ma tutto è stato fatturato, è tutto regolare, nessun pagamento è avvenuto in nero. I miei rapporti con Giletti si sono incrinati per altre questioni», ha raccontato il pregiudicato condannato per favoreggiamento negli anni ’90 agli stragisti della mafia, i fratelli Graviano.
Alla fine dell’anno scorso proprio da Giletti aveva “predetto” l’arresto di Matteo Messina Denaro. La produzione della trasmissione ha fatto sapere che ci sono stati regolari contratti, dunque confermano i pagamenti. All’epoca Baiardo non era indagato e risultava testimone in indagini importanti, come quella di Firenze sui mandanti esterni delle stragi. Dunque, al siluramento di Non è l’Arena di Massimo Giletti avrebbe contribuito una verifica molto delicata della procura antimafia di Firenze e affidata alla direzione investigativa antimafia. La Dia, infatti, è impegnata nell’indagine sulle stragi di mafia del 1993 in cui sono indagati Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri.
BAIARDO “MAI PIÙ A LA7, MA SCRIVO LIBRO…”
Salvatore Baiardo è stato sentito nuovamente a Palermo nei giorni scorsi dai pm fiorentini. Ne ha parlato su TikTok in un video pubblicato poche ore prima l’annuncio della chiusura di Non è l’Arena. «Non andrò più a La7, ma sto scrivendo un libro perché ho scoperto cose assurde», ha raccontato al Domani. Inoltre, ha aggiunto che, quando è stato ascoltato, gli è stato riferito «che Giletti ha detto che gli avrei mostrato delle fotografie che ritraggono Berlusconi con Graviano e il generale Delfino». Ma Baiardo ha smentito: «Non è vero, è falso, non gli ho mai fatto vedere queste foto. Loro dicevano “Giletti le ha viste, Giletti le ha viste”, ma non è vero. Io sono stato anche perquisito, ma non hanno trovato niente». Il conduttore, sotto scorta in quanto minacciato dai Graviano, qualche mese fa in un colloquio con i magistrati ha riferito quanto di sua conoscenza. Ma Baiardo ha precisato un’altra circostanza, finora senza riscontro, cioè che prima delle trasmissioni con il conduttore «c’era sempre un colloquio nel quale si parlava degli argomenti da affrontare». Durante una pausa nel corso della trasmissione sarebbe arrivato un pezzo di carta con la scritta: «Dici in trasmissione che sono minacciato». E l’ex factotum dei Graviano lo ha fatto: «Io come un cretino ho detto quelle cose che lui era minacciato a 360 gradi». Tutto sarebbe accaduto fuori dallo studio dove si registra il programma. Massimo Giletti sarebbe uscito di corsa, mostrandogli il biglietto e poi sarebbe tornato indietro per proseguire la trasmissione. Nessuno però è testimone di ciò. Domani, infatti, evidenzia che gli unici elementi verificati sono i pagamenti avvenuti e fatturati.