Risultati ballottaggi elezioni comunali 2023 – “Non c’è che dire, un ottimo effetto-Schlein”: Matteo Salvini sintetizza così, su Twitter, il risultato dei ballottaggi di ieri e domenica. La segretaria del Pd ha incassato un cappottone: nei sette capoluoghi al secondo turno (esclusi Sardegna e Sicilia dove si votava per il primo) il centrosinistra ha vinto soltanto a Vicenza, strappata a un centrodestra a trazione meloniana, guidato dal Sindaco uscente Francesco Rucco di FdI. Ma per la Schlein quella berica non è una grande vittoria: il suo candidato sindaco, Gabriele Possamai, alla testa di una lista civica, ha vietato di venire a fare campagna elettorale a lei e agli altri big della coalizione e si è imposto con un programma super moderato. La stessa cosa era accaduta un anno fa a Verona quando l’ex centrocampista della Nazionale Damiano Tommasi (alla testa di una lista civica che è diventata il primo partito della sinistra in città) aveva ordinato a Letta e soci di non farsi vedere dalle parti dell’Arena.
Il conteggio finale è di 5-1 per il centrodestra nei capoluoghi (a Terni il civico Stefano Bandecchi, presidente della Ternana calcio, ha sconfitto il candidato ufficiale del centrodestra) e di 13-3 considerando i Comuni non capoluogo più rilevanti. Il primo turno era finito 4-2: una sconfitta secca ma non irrecuperabile. Storico il successo dell’avvocato forzista Daniele Silvetti ad Ancona, unico capoluogo di regione al voto, da oltre 30 anni in mano al centrosinistra. Anche Brindisi ha voltato le spalle al “campo largo” tra Pd e M5s grazie al successo di Giuseppe Marchionna, ex socialista, oggi Indipendente. Il centrodestra si consolida in ex feudi della sinistra come Siena, Massa e Pisa. Tra le località minori, va segnalata la vittoria del candidato sindaco leghista Francesco Mauro a Ventimiglia, al confine con la Francia dove l’emergenza immigrati non cessa di essere all’ordine del giorno.
L’affluenza al secondo turno, in media attorno al 50%, ha fatto segnare un calo minimo, fisiologico. Non sono dati esaltanti, ma non è nemmeno quel crollo che taluni avevano preventivato, e a cui ci avevano abituato svariate elezioni precedenti (solo il 42,7% aveva votato infatti ai ballottaggi delle Comunali del 26 giugno 2022, l’8% in meno di affluenza rispetta a questo turno). Al ballottaggio di solito era l’elettorato di centrodestra a mancare all’appello: questa volta non è avvenuto. La coalizione governativa ha tenuto e il successo si presenta come frutto dell’intera compagine di governo, trainata dalla leadership di Giorgia Meloni. Segnali positivi anche dagli alleati: la Lega si conferma alla guida di Pisa e Massa e Forza Italia tiene.
Le urne certificano che i primi mesi della Schlein alla guida del Pd non sono certo serviti a dare la scossa all’elettorato. La segretaria ha convocato già nel pomeriggio di ieri, in gran fretta, i vertici del partito per l’analisi del voto, ma non è uscita una vera autocritica. È evidente che insistere sui diritti delle minoranze e sulle “svolte green” farà felice una parte della stampa ma non gli elettori di sinistra, che chiedono concretezza e impegno su redditi, tasse e lavoro. Ma oltre ai temi, la Schlein ha sbagliato pure la strategia: il cosiddetto “campo largo” con i 5 Stelle e la sinistra ambientalista è evaporato. Semplicemente non esiste, come dimostrano i risultati delle alleanze. Il Terzo polo era già sparito al primo turno, perciò non ha dato contributi al ballottaggio. “La sconfitta è netta, il vento delle destre è ancora forte”, ha detto la segretaria dem con un’analisi talmente banale da risultare superflua. Peggio ancora, però, è insistere: “Dobbiamo ricostruire il campo alterativo e credibile alla destra”, ha detto. Proprio quel campo che ha portato alla sconfitta.
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