LA LETTERA-APPELLO DEL VESCOVO DI VERONA CONTRO IL CENTROSINISTRA

A pochi giorni dal ballottaggio per le Elezioni Comunali a Verona, una lettera inviata dal vescovo veronese monsignor Giuseppe Zenti ai sacerdoti della Diocesi scatena il putiferio politico, con echi anche a livello nazionale.

«Spetta ai fedeli di individuare quali sensibilità e attenzioni sono riservate alla famiglia voluta da Dio e non alterata dall’ideologia del gender, al tema dell’aborto e dell’eutanasia»: un passaggio inserito in una lettera più composita in cui il vescovo Zenti invita i sacerdoti della Diocesi a non “schierarsi” per un partito o per una persona, ma di segnalare «eventuali presenze o carenze di valori civili con radice cristiana». Intervenendo concretamente sul prossimo ballottaggio delle Comunali a Verona, Mons. Zenti riflette «è nostro doverose far coscienza a noi stessi e ai fedeli di individuare quali sensibilità e attenzioni sono riservate alla famiglia voluta di Dio e non alterata dall’ideologia gender».



“NO IDEOLOGIA GENDER”: LO SCONTRO IN POLITICA VERSO IL BALLOTTAGGIO

Non solo, per il vescovo di Verona occorre anche fare attenzione su altre tematiche dirimenti la Dottrina sociale della Chiesa Cattolica: «tema dell’aborto, dell’eutanasia, della disoccupazione, povertà, disabilità, accoglienza dello straniero, giovani, scuola cattolica a cominciare dalle materne». Conclude Mons. Zenti, «sono queste frontiere prioritarie che fanno da filtro per la coscienza nei confronti della scelta politica o amministrativa».



Il messaggio del vescovo è dunque chiarissimo e si inserisce, anche senza citarla direttamente, nella polemica sollevata dal sindaco uscente Sboarina contro il candidato del Centrosinistra Damiano Tommasi (in vantaggio al primo turno): «Che idea ha della famiglia, della lotta alla droga dato che all’interno della sua coalizione c’è anche chi vuole legalizzarla, della rigenerazione urbana, dell’Alta Velocità, delle infrastrutture? Tommasi vuol far diventare Verona una capitale transgender? No grazie, Damiano», aveva lanciato Sboarina (candidato del Centrodestra) nel suo appello al voto lo scorso 14 giugno. Quell’attenzione a “considerare chi è contro l’ideologia gender” sembra indirizzare l’attenzione proprio sulle politiche della coalizione a sostegno di Damiano Tommasi. «Mi sembra una gravissima ingerenza. Fuori dal tempo e dal galateo dei rapporti istituzionali. Delle intromissioni dirette della chiesa cattolica nelle elezioni non abbiamo nostalgia», è il commento di forte critica lanciato dal leader di Azione, Carlo Calenda.