L’Ue ha ricevuto la risposta con la documentazione da parte del Governo Italiano per evitare la procedura di infrazione in merito alla contestata direttiva Bolkestein e che prevede l’obbligo di procedure di gara e il divieto il rinnovo automatico delle concessioni balneari. Secondo i rilievi effettuati dal Tavolo Tecnico di Palazzo Chigi , non sussiste la cosiddetta scarsità di spiagge per la quale potrebbe scattare un problema di concorrenza. I nuovi allegati inviati, come sostengono molti, dovranno fungere soprattutto per guadagnare altro tempo utile a completare la mappatura delle spiagge libere e temporeggiare in vista del riordino delle concessioni e valutare se, ed in che misura applicare la Bolkestein.



Come sottolinea il Sole 24 Ore, si tratta di un chiaro tentativo del governo di allungare i tempi nella speranza che, dopo le elezioni europee arrivi una nuova Commissione che potrebbe dimostrarsi più clemente in tema di concorrenza. Anche perchè la soluzione potrebbe avvenire in due tempi e prevedere contemporaneamente anche una valutazione in tema di gare e stabilire quando e se sussiste l’applicabilità di tali procedure.



Concessioni balneari, governo invia integrazione di documenti all’Ue per evitare l’appicazione della direttiva Bolkestein

Balneari, il governo risponde alla richiesta dell’Ue di inviare documentazione integrativa per non incorrere nella procedura di infrazione in regime sanzionatorio prevista per violazione della direttiva Bolkestein. L’articolo 12 in particolare che prevede per i principi di concorrenza l’abolizione del rinnovo automatico delle concessioni balneari e l’obbligo di gara con una specifica procedura di selezione. L’iter era stato avviato dalla Commissione proprio perchè da anni in Italia non vengono rinnovati i bandi per la partecipazione alla gestione delle spiagge ma i rinnovi avvengono automaticamente favorendo sempre gli stessi soggetti.



Il governo ora, per guadagnare tempo si è appellato al fatto che la direttiva non sarebbe applicabile in quanto non sussiste il requisito della scarsità del territorio e di risorse naturali disponibili. Tuttavia, questa mappatura non era stata ritenuta idonea, in quanto all’interno erano stati considerati anche i siti rocciosi e tratti di costa poco accessibili o impervi. Il precedente documento infatti non era bastato a dimostrare che solo il 33% delle spiagge era riservato alle concessioni.