TAR LECCE (A SORPRESA) BOCCIA LA DIRETTIVA BOLKESTEIN

Potremmo essere nuovamente all’anno zero per le concessioni balneari in Italia: dopo anni di lotte e contrasti anche politici in merito alla direttiva Ue “Bolkestein” che regola l’assegnazione delle spiagge con aste e acquisizioni, il Ddl Concorrenza approvato dal Governo Draghi lo scorso 15 febbraio metteva un punto chiaro sulla vicenda. Il CdM ha infatti approvato con un emendamento la messa a gara dal 1 gennaio 2024 dei nuovi bandi: in quel modo, il Governo poneva stop al regime di proroga – come richiesto con urgenza da due sentenze del Consiglio di Stato – acconsentendo al rispetto completo della Direttiva Bolkestein.



Ecco però che ora potrebbe nuovamente tutto essere ridiscusso, in quanto il Tar di Lecce ha nei fatti bocciato la direttiva europea rinviando alla Corte di Giustizia Europea la decisione in merito al ricorso di 5 concessionari balneari contro l’Autorità della Concorrenza e del Mercato. Il tribunale amministrativo pugliese, presieduto dal giudice Antonio Pasca, dà quindi ragione ai ricorrenti contro invece l’Autorità che si opponeva al prolungamento fino al 2033 delle concessioni balneari. Nel ricorso presentato dall’avvocato e dalla professoressa Isabella Loiodice emergono 9quesiti elaborati e ammessi dal Tar di Lecce: spetta ora al Tribunale di Strasburgo accoglierne, e quindi cancellare la Direttiva, o respingerli definitivamente.



BOLKESTEIN E SPIAGGE, ORA COSA SUCCEDE?

Il Tar pugliese ha chiesto, tra i vari punti approvati nell’ordinanza, di capire se «la Direttiva risulti vincolante per gli Stati membri» o se, invece, «risulti invalida in quanto – trattandosi di direttiva di armonizzazione – adottata solo a maggioranza invece che all’unanimità».

L’approvazione della Bolkestein avvenne con semplice maggioranza qualificata e questo viene ora contestato dal Tribunale e dai concessionari ricorrenti. Non solo però, la Corte Ue sarà chiamata a sciogliere diversi altri dubbi in merito alle sentenze del Consiglio di Stato (che invece imponevano l’adesione anche dell’Italia alla Direttiva Bolkestein): l’immediata applicabilità della Direttiva, l’interesse transfrontaliero e le valutazioni caso per caso. «Ci sono poi molti altri punti critici che il Tribunale Ue dovrà chiarire – hanno spiegato in una nota di commento alla decisione del Tar, Isabella Loiodice e Nicolò Maellaro – a partire dalla compatibilità dell’art 49 del codice della navigazione con la tutela di diritti fondamentali, fino ad arrivare all’autoesecutività della Direttiva (cioè se sia immediatamente applicabile oppure no) e se spetti soltanto al giudice nazionale oppure al singolo funzionario comunale disapplicare una norma italiana ritenuta in contrasto con il diritto Ue». Attualmente il Ddl Concorrenza è in discussione al Senato e rappresentava già elemento di possibili scontri interni alla maggioranza: ora l’intero impianto della Bolkestein potrebbe essere rivoluzionato se non proprio annullato, qualora la Corte Ue desse ragione al Tar di Lecce. Per le arcinote “concessioni balneari”, insomma, c’è ancora tempo prima di chiudere definitivamente la pratica.