Ormai è guerra tra Mario Balotelli e il Brescia. Il giocatore era già stato rimandato indietro a casa dalla società al momento di riprendere gli allenamenti, perché il club del presidente Cellino ha già optato per il licenziamento di SuperMario, in maniera unilaterale. Una questione che sarà portata sicuramente avanti a lungo, ma oggi al centro sportivo di Coccaglio, quartier generale del Brescia, è andato in scena un nuovo capitolo con gli ispettori del pool della procura federale che si sono presentati per acquisire la documentazione sanitaria relativa al calciatore e quella di tutto il Brescia, controllando la regolarità dell’esecuzione dei tamponi e degli esami sierologici. Gli ispettori della procura hanno ascoltato anche il medico sociale delle Rondinelle e l’ispezione proseguirà anche nella giornata di sabato. L’ipotesi è che Balotelli sia stato discriminato pur essendo un tesserato del club, senza eseguire il tampone obbligatorio per la FIGC a prescindere dai rapporti tra società e calciatore.

RAIOLA: “PER BALOTELLI DAL BRESCIA MAI UN TAMPONE”

A gettare benzina sul fuoco riguardo la questione ci ha pensato anche Mino Raiola, agente di SuperMario che ha confermato come il suo assistito sia stato di fatto escluso dai tamponi effettuati dalla società e dai controlli importi per la regolare ripresa degli allenamenti: “Stanno discriminando Balotelli, dal Brescia mai un tampone“, ha spiegato Raiola che ha rincarando la dose con un “Tutto vero” sul suo profilo Instagram che conferma come Balotelli sia stato tagliato fuori dai controlli. In serata è arrivata la nota ufficiale del Brescia che replica alle esplicite accuse di Raiola: “È bene chiarire che la società Brescia Calcio ha rispettato e sta rispettando alla lettera le indicazioni del protocollo sanitario e si è fatta addirittura carico di assumere a tempo pieno uno specialista (con importanti costi conseguenti) per far fronte nel miglior modo possibile all’emergenza sanitaria legata al Covid-19. Essere accusati di non rispettare le normative vigenti, per di più da parte di un nostro tesserato, è una calunnia vergognosa e chi l’ha pronunciata ne risponderà (sia in termini di danni economici che di immagine) nelle sedi più opportune.