Sono state sospese nella notte le ricerche riguardanti i sei operai dispersi dopo il crollo del ponte di Baltimora causato da una nave cargo. Secondo quanto fatto sapere dai soccorritori, alla luce del fatto che i sei non siano ancora stati trovati dopo diverse ore di ricerche, “sono probabilmente morti”, così come fatto sapere dalla polizia, precisamente da Roland L. Butler Jr., sovrintendente della Polizia di Stato del Maryland. I sommozzatori torneranno sul posto a partire dalle ore 6:00 di questa mattina, quando in Italia saranno le ore 11:00, sperando di poter individuare per lo meno i corpi dei dispersi. Intanto emergono ulteriori dettagli sull’incidente che ha portato al crollo del ponte di Baltimora, a cominciare dal fatto che la nave cargo responsabile del disastro fosse totalmente fuori controllo prima dello scontro.
“Pochi minuti prima del ponte di comando, la nave ha subito un blackout totale, vale a dire che ha perso la potenza dei motori e l’energia elettrica, un blackout completo”, ha dichiarato Clay Diamond, direttore esecutivo e consigliere generale dell’American Pilots Association. Diamond, parlando con l’emittente della CNN, e aggiungendo che il pilota della nave, prima di schiantarsi, ha fatto “tutto ciò che poteva fare” per rallentare la nave ed evitare l’impatto con il pilone del ponte.
BALTIMORA, CROLLO PONTE KEY BRIDGE: I SOSPETTI DEL NYT
Il pilota, accortosi che la nave fosse ingovernabile, ha contattato l’ufficio di spedizione dei piloti chiedendo di chiudere il traffico del ponte: “Erano tutti passi appropriati, ma è successo così in fretta e con così poco tempo a disposizione… nessuna di queste manovre è stata sufficiente”, ha aggiunto ancora Diamond.
Sulla vicenda si è espresso anche il New York Times secondo cui il crollo del ponte di Baltimora, il Key Bridge, deve suggerire un’analisi ingegneristica accurata della struttura del manufatto in quanto, secondo alcuni tecnici, non è da escludere che se vi fosse stata una protezione apposita del pilone, l’impatto si sarebbe potuto evitare. Il quotidiano newyorkese si riferisce in particolare ai cosiddetti fender, dispositivi di blocco che possono avere forme e caratteristiche varie, e che proteggono appunto i supporti di un ponte. Sulla questione verrà aperta a breve una indagine.