Si è precipitata all’ospedale Perrino di Brindisi a causa di una grave necrosi al gluteo, ma poi è stata trasferita a Roma per un’operazione urgente che il reparto pugliese non avrebbe potuto effettuare per carenza di personale. La necrosi è stata riscontrata dopo un’iniezione di antibiotico, ma i veri problemi sono sorti fin dall’arrivo nell’ospedale brindisino quando per effettuare una risonanza magnetica, la piccola avrebbe dovuto rimuovere l’apparecchio dentale. La struttura però era sprovvista di un odontoiatra che potesse prestare servizio. Così ci hanno pensato i genitori a farsi carico della rimozione, salvo poi scoprire che la bambina doveva essere operata urgentemente.
La mancanza di personale, tuttavia, ha giocato un bruttissimo scherzo alla bambina che è stata costretta al trasferimento a Roma. Come riporta Il Corriere del Mezzogiorno, infatti, il reparto di chirurgia plastica di Brindisi non sarebbe stato in grado di garantire la necessaria assistenza dopo l’operazione. Con un mezzo privato ed un’infermeria specializzata, la coppia ha così provveduto al trasferimento.
Il papà della piccola è affranto: “E’ stato un incubo, la sanità non può andare in ferie”
Da qualche giorno, come si apprende sempre sul Corriere, la piccola si trova a Roma dove si sta preparando all’intervento. Ancora da scoprire la causa della necrosi, anche se pare che la bambina abbia avuto una reazione avversa ad un lotto del farmaco che pare provenisse dal Portogallo. “La sanità non può andare in vacanza”, ha commentato amaro il padre della bambina al quotidiano, pur avendo riconosciuto il profondo impegno del Reparto di Pediatria di Brindisi. “Ci è sembrato un incubo. È stato terribile”, le sue parole.
Adesso la speranza è che tutto si risolva al meglio per la piccola e la sua famiglia, anche se la denuncia e lo sfogo dei genitori in merito all’esperienza vissuta nell’ospedale di Brindisi, la dicono lunga sullo stato della sanità in Italia. Un triste episodio che sottolinea, ancora una volta, quanto i nostri ospedali siano in ginocchio.