Anche “La Vita in Diretta” parla delle intercettazioni ambientali choc sulla morte della piccola Jolanda, la bambina di 8 mesi arrivata già senza vita al pronto soccorso. La Procura ritiene che sia stata uccisa con quel cuscino di cui la madre Imma parla nel dialogo col marito che è stato captato e di cui vi abbiamo parlato. Ma il programma di Raiuno ha evidenziato un particolare sui servizi sociali. Pare che si fossero presentati a casa di Giuseppe Passariello con il sindaco dopo che era fuggito da una comunità di recupero in cui era ricoverato. L’assistente sociale e il sindaco di Sant’Egidio del Monte sono stati in quell’abitazione dove si è consumata la tragedia, «ma il verbale di quella visita parla di una famiglia normale e di una situazione serena». In questa storia c’è un’altra vittima: il fratello di Jolanda, affidata alla sorella di Giuseppe Passariello, perché è stato ritenuto il nucleo familiare più affidabile in questo contesto. (agg. di Silvana Palazzo)



IL GIALLO DEL CUSCINO

Imma Monti, la mamma della piccola Jolanda, è stata filmata e intercettata, a sua insaputa, dalla polizia di Nocera Inferiore mentre parla col marito Giuseppe Passariello. Sono le 15 del 22 giugno: la notte prima la bimba di 8 mesi è morta per soffocamento. La madre invece il giorno dopo è preoccupata per un cuscino che la polizia ha sequestrato, quindi chiede al marito se «doveva buttarlo». Ora dunque c’è il giallo del cuscino. «Tutto in faccia», dice avvicinando la mano destra alla bocca, «come a simulare il gesto di qualcosa che si appone sul viso». Dopo ha aggiunto: «L’omicidio lo abbiamo fatto», scuotendo la testa e guardando il marito, «in tono dimesso, come a voler cercare un cenno di intesa». L’intercettazione, come riportato da Il Mattino, è stata ripresa dal gip nell’ordinanza con cui è stato confermato il carcere per Passariello. Ed è su quel dialogo che ci si concentra ora, perché il 37enne non convince. Così come non convince la madre. Il gip infatti parla di «correità nell’omicidio», di parole d cui emerge «una complicità nell’avvenuto omicidio della piccola Jolanda». (agg. di Silvana Palazzo)



I GENITORI DI JOLANDA: “ABBIAMO FATTO L’OMICIDIO”

Giuseppe Passariello resta in carcere. Il gip del tribunale di Nocera Inferiore (Salerno), Luigi Levita, ha convalidato il fermo del padre di Jolanda, la neonata morta tra venerdì e sabato scorsi. Nelle ultime ore è emersa un’intercettazione choc sui genitori della piccola. «L’omicidio l’abbiamo fatto» e «Non apriamo bocca o andiamo in galera» sono due frasi choc che affiorano dalle intercettazioni ambientali. Le ha riportate il quotidiano la Città ricostruendo il contesto che ha accompagnato le ultime ore di vita della neonata. In questa intercettazione si registra un dialogo fortemente indiziario tra i due genitori quando furono chiamati in commissariato per essere sentiti informalmente. E quindi il padre di Jolanda avrebbe detto: «Non apriamo bocca o andiamo in galera». Si fa poi riferimento ad un cuscino su cui la moglie chiede lumi per capire se disfarsene o meno. Poi la donna avrebbe affermato: «L’omicidio lo abbiamo fatto». E quindi l’uomo le avrebbe imposto il silenzio.



BAMBINA UCCISA A NOCERA: INTERCETTAZIONI CHOC

Intanto Giuseppe Passariello continua a respingere l’accusa di aver ucciso la figlia di soli otto mesi. Quando è stato interrogato dal gip, ha spiegato che quella sera, prima di andare a letto, la figlia stava bene. Poi la moglie lo avrebbe svegliato dicendogli che Jolanda non respirava più, ma senza fornire spiegazioni su quei momenti concitati, precedenti all’arrivo dei soccorsi. Il 37enne non avrebbe chiarito ad esempio se la figlia è stata soccorsa o meno in bagno o in camera da letto. Né avrebbe ricordato dove i sanitari del 118 avevano cominciato a praticare le prime attività di soccorso. L’uomo ha negato la morte per soffocamento spiegando che la figlia soffriva di un’afta che le avrebbe gonfiato le guance. Per questo avrebbe usato ghiaccio per curare quei gonfiori. In merito alle lesioni ai piedi e alle mani, considerate ustioni, il 37enne ha aggiunto che la figlia si sarebbe “accidentalmente” ferita vicino ad un fornelletto.