Gian Vincenzo Zuccotti, preside della facoltà di medicina e chirurgia dell’università Statale di Milano, responsabile pediatria e pronto soccorso pediatrico dell’ospedale Sacco e dell’ospedale dei bambini Buzzi di Milano, ha parlato sul quotidiano “La Verità” della necessità di normalizzare la situazione connessa alla pandemia di Coronavirus nel nostro Paese, a partire dalle scuole, dove il metodo del tampone orale per le scuole a suo dire è il più efficace: “Si tratta di un bastoncino, con una spugnetta all’estremità che va tenuta per uno o due minuti nella bocca del bambino, ma anche dell’adulto, fintanto che si riempie bene di saliva. Per questo è stato definito una sorta di lecca lecca. Esso va a cercare il genoma del virus SARS-CoV-2: per questo è preciso, altamente affidabile”.



Il professore ha poi voluto rassicurare i genitori di tutt’Italia, dicendo che oggi l’infezione da Coronavirus può essere trattata esattamente come molte altre che colpiscono il bambino. Se i minori si infettano, questo avviene in forma leggera, a bassa carica virale. Non solo, mantenendo in circolazione il virus si avvicina l’auspicata immunità di gregge e si rende endemico il Covid. Quindi, “teniamo a casa solo il bambino sintomatico, che sta male, e torniamo alla normalità pre-pandemia. Non serve mettere in quarantena tutta la classe o più classi, come già sta capitando in molte scuole. Se agiamo con ritrovata normalità, si evita di far ripartire la Dad, incubo per gli alunni ma anche per i genitori costretti a rimanere a casa con mille problemi di lavoro e per l’economia del Paese”.



ASINTOMATICI A SCUOLA: “NEI BAMBINI IL VACCINO NON È PRIORITARIO”

Secondo quanto riferito a “La Verità” dal professor Zuccotti, l’Italia ha un’ottima copertura vaccinale e i bambini si possono infettare, ma quasi sempre sono asintomatici, cioè non sviluppano alcun segno clinico della malattia, o paucisintomatici, con sintomi lievi. “Molto pochi – ha aggiunto – sono quelli che finiscono in ospedale, se capita quasi sempre è perché erano sì positivi al tampone ,ma soffrivano di altre malattie croniche. E nel nostro centro solo 54, in un anno e mezzo, hanno avuto bisogno di cure ospedaliere per aver sviluppato la Mis, sindrome infiammatoria multisistemica che in rari casi interessa i pazienti in età pediatrica con Covid.



Il pediatra ha quindi spiegato che i bambini entrano in contatto con moltissimi virus, sanno utilizzare l’immunità innata per aggredire infezioni nuove e sono in grado di gestire la malattia. Peraltro, “vaccinare i bambini non è la priorità, tranne che per le categorie a rischio. Torniamo alla normalità, per i più piccoli è un imperativo urgente”.