CROCIFISSI IN STRADA: CHOC A TORINO

Due crocifissi sono stati trovati in frantumi sul marciapiede sotto le finestre di una scuola primaria di Torino: a gettarli sono stati due bambini di quinta elementare. Lo si è appreso successivamente, ma non sono mancati i provvedimenti. La vicenda risale alla fine di ottobre, quando durante l’intervallato un gruppo di alunni di 10 anni è entrato nell’aula di religione. Gli alunni coinvolti hanno raccontato di averli prima rotti e poi gettati dalla finestra del secondo piano per nascondere cosa avevano fatto.



Ma una maestra dell’istituto comprensivo di Torino II, che si trova in corso Giulio Cesare, si è accorta dei crocifissi sul marciapiede ed è scoppiato il caso. Il preside ha spiegato, come riportato dal Corriere, che è stata convocata un’assemblea di classe a cui hanno preso parte anche i genitori, i quali si sono detti mortificati per l’episodio.



Nella scuola elementare multiculturale, che ospita alunni di famiglie di varie nazionalità (Egitto, Nigeria, Perù, Tunisia e Bangladesh, ad esempio), è stato avviato anche un percorso di riflessione sul tema del rispetto delle religioni e sull’importanza dei simboli, oltre che sulla cura degli arredi della scuola, ma è stato anche evidenziato il rischio di arrecare danni anche a persone con il lancio di oggetti in strada.

LA PUNIZIONE DECISA DAL PRESIDE

Sono stati anche presi dei provvedimenti nei confronti dei bambini della scuola elementare che hanno distrutto e lanciato i crocifissi in strada. Infatti, dovranno seguire attività di servizio alla comunità durante l’intervallo. Quindi, quando è prevista la pausa delle lezioni si occuperanno di rimettere in ordine i libri della biblioteca della scuola fino al termine del quadrimestre.



Il preside ha predisposto anche una lettera per i genitori in cui è spiegata la gravità del gesto e i motivi dei provvedimenti adottati dalla scuola, ma ai genitori è stato chiesto anche di collaborare per sensibilizzare i bambini, perché per il preside qualcuno potrebbe aver “confuso la simbologia religiosa” e non aver bene chiara la differenza tra le religioni. Comunque, dai colloqui con gli alunni è emerso che sarebbe stata solo una bravata e che non avevano alcun intento sacrilego.

Hanno scelto un oggetto con un valore simbolico di cui hanno una percezione, che però può essere confusa secondo il preside. Riguardo il fatto che nessuno si sia accorto di nulla, è emerso che il collaboratore scolastico non c’era in quel momento. “Non ci vediamo una guerra di religione“, ha precisato il dirigente scolastico, convinto che questa vicenda possa fare rivelarsi utile a fare chiarezza anche su un tema delicato come quello della religione.