“L’affettività e la sessualità sembrano aspetti spontanei, innati nelle persone, però restiamo disorientati, privi di spiegazioni convincenti, di fronte alle tante crisi di coppie e famiglie, ancor peggio alle notizie dei sempre più frequenti episodi di violenza brutale, a volte mortale, che vedono coinvolti adolescenti e giovani, sia nel ruolo di carnefici, che di vittime”.



A parlare così è Paolo Bordin, medico, presidente nazionale dell’associazione La Bottega dell’Orefice, costituita da insegnanti di regolazione naturale della fertilità, da 20 anni impegnato nell’educazione all’affettività di giovani e adulti, attraverso la partecipazione a percorsi scolastici e altri ambiti educativi.



Dottor Bordin, cos’è accaduto, ci siamo persi qualcosa?

Siamo passati da una concezione dell’uomo solidaristica e relazionale a una individualistica e utilitaristica. Oggi siamo bombardati da messaggi che invitano a cercare il benessere individuale, soddisfacendo bisogni corporei, estetici, economici, che ci illudono di poter far da soli, di avere il diritto di prendere qua e là cose, ma anche pezzi o momenti di persone. Ma noi desideriamo la felicità, non semplicemente il benessere, perché non ci basta l’educazione civica o un generico rispetto, cerchiamo un amore gratuito. Ognuno di noi vuole essere guardato, compreso nella propria interezza, non solo per qualche attributo fisico. E troviamo il nostro compimento in relazioni solide, ove ognuno è dono per l’altro, non proprietà o preda.



Ma è necessario educare l’affettività e la sessualità?

Nelle persone le due dimensioni sono indistricabilmente connesse a tutte le altre. Quando bacio, o faccio un gesto d’intimità, non mi limito a interagire da corpo a corpo, collegando delle parti anatomiche, ma metto in contatto e comunicazione due intere persone, con cuore, cervello, speranze e timori. Ed è evidente che emozioni e pulsioni sono forze prorompenti, specie nei giovani, che influenzano le persone, ma non le determinano inesorabilmente. Infatti, l’uomo è l’unico mammifero che non ha l’estro, cioè il suo comportamento sessuale non è determinato dagli ormoni, ma rimane a disposizione della sua libertà, quindi è educabile.

Può approfondire le parole persona, affettività e sessualità? 

La persona è costituita da diverse dimensioni tra loro fuse insieme: corporea, psichica, sociale, spirituale, che ha a che fare con il senso delle cose. Ogni persona nasce da una relazione d’amore, vive per creare relazioni d’amore, mentre l’affettività è l’espressione del nostro modo di essere e vivere. E la sessualità ricorda che l’essere maschio o femmina plasma ogni cosa che facciamo e pensiamo, non solo i modi delle relazioni affettive, ma proprio ogni gesto, fino alla stretta di mano e al modo con cui si ascolta un interlocutore.

Non sembra affar semplice educare affettività e sessualità.

La sfida è impegnativa, ma affascinante e necessaria. D’altronde, se è scontato che, per conquistare il diritto di giocare la partita di calcio la domenica, un ragazzino faccia tre allenamenti settimanali, non deve sorprendere che sia necessario molto allenamento per giocare la partita della felicità della vita.

Servono specialisti?

Sono necessari adulti vivi, che facciano gioco di squadra, perché le storie drammatiche di cronaca, come le comuni storie di relazioni fragili e conflittuali di tanti nostri ragazzi e famiglie, indicano che si è offuscata la coscienza del valore di ogni persona.

In cosa consiste l’educazione all‘affettività e alla sessualità?

È apertura ad amare, volendo il bene dell’altro, dell’altra, senza possesso. Potrebbe sembrare un progetto utopistico, irrealizzabile, ma è l’unica possibilità perché le altre strade hanno fallito. Infatti, tutti gli interventi di politica sanitaria e culturale basati sulla riduzione del danno, come l’istruzione su contraccezione e uso di preservativi per prevenire gravidanze indesiderate e malattie sessualmente trasmesse, non hanno ottenuto nessun miglioramento. Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia, da sempre leader su questi temi, mantengono il primato di gravidanze in adolescenti, sono in aumento aborti e malattie sessualmente trasmesse.

Non sono sufficienti conoscenze e informazioni?

Sono importanti, ma non decisive. Perciò, non serve aumentare gli specialisti del sesso o i professionisti che insegnino ai nostri figli come non farsi del male, ma servono più adulti autorevoli, che si siano fatti le stesse domande dei ragazzi, abbiano trovato risposte credibili e un percorso affascinante per sperimentarle.

È un compito delegabile?

Nessuno si può chiamar fuori o accontentarsi di delegare a scuola, chiesa o, peggio, a internet. Ogni adulto è chiamato ad esser educatore, indipendentemente dal titolo di studio, purché sia alla ricerca della felicità, insieme a qualcuno e testimoniandolo a chi s’incontra. Non è possibile realizzarsi da soli, dobbiamo aiutarci innanzitutto in famiglia, come pure cercando collaborazione in tutti gli ambiti, scuola, lavoro, attività ricreative, spazi ecclesiali.

Da pochi giorni lei ha lanciato un corso rivolto a educatori, insegnanti e operatori sociosanitari. Di cosa si tratta?

Con l’apporto di Diesse, Didattica e Innovazione scolastica, inizierà a Udine il corso nazionale dal titolo “Educazione all’affettività e sessualità dei bambini e degli adolescenti”, articolato in 2 fine settimana residenziali, inframezzati da 5 incontri online, che coinvolgerà relatori di livello scientifico nazionale e internazionale, con un taglio interattivo, come avvio di un percorso comune per tutti gli appassionati ai temi dell’educazione e della vita.

(Flavio Zeni)

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