Anche i bambini sani possono accusare complicanze legate al Covid, non solo gli adulti. L’infezione da coronavirus, infatti, può presentarsi in maniera seria e con complicanze importanti nei più piccoli che non presentano preesistenti. Lo evidenzia uno studio italiano coordinato dal professore Giovanni Di Salvo, in collaborazione con Elena Reffo e Valentina Stritoni. La ricerca, pubblicata sull’European Heart Journal, la rivista cardiologica più autorevole al mondo, ha esaminato il caso di un bambino di 4 anni che erano sano ed è stato ricoverato per febbre, rush cutaneo e congiuntivite presso l’ospedale di riferimento territoriale della sua residenza.
Negativo al tampone naso-faringeo, era invece positivo agli anticorpi IgG anti Sars-CoV-2. Un mese prima un familiare aveva contratto il Covid, invece il bambino era stato sempre asintomatico, quindi evidentemente aveva contratto il Covid senza accorgersene, come capita spesso ai bambini. Questo spiegherebbe, dunque, il suo ricovero in ospedale.
BAMBINI E COVID, STUDIO DI PADOVA SU COMPLICANZE
Durante il ricovero in ospedale, il bambino ha sviluppato una dilatazione alle coronarie, nonostante le cure iniziali. Le condizioni generali sono poi peggiorate e una valutazione cardiologica ha suggerito il trasferimento presso la cardiologia pediatrica dell’Azienda ospedale/università di Padova, dove gli è stata diagnosticata una dilatazione aneurismatica della coronaria sinistra con occlusione trombotica determinante un infarto acuto del miocardio. Portato in terapia intensiva nella notte di Natale 2020, il bambino è stato sottoposto ad un protocollo inedito da cardiologi pediatri di Padova. Hanno usato un farmaco che scioglie i coaguli nel sangue. Il protocollo era stato usato nei pazienti pediatrici affetti dalla malattia di Kawasaki, che è caratterizzata da complicanze vascolari che possono interessare la arterie coronariche nei bambini. «Oggi il piccolo è a casa con i suoi familiari, ma necessita di controlli cardiologici specialistici e farmaci antiinfiammatori e cardiologici per lungo tempo», ha spiegato il professor Di Salvo, del Dipartimento di Salute della donna e del Bambino dell’Università di Padova.