La fase 2 sta per iniziare in tutta Italia, da lunedì 4 maggio ci sarà spazio di nuovo per passeggiate, aperture dei parchi e spostamenti liberi, se motivati, nel comune di residenza. E anche bambini e ragazzi potranno tornare all’aria aperta dopo quasi 2 mesi pieni di “reclusione” forzata a causa dell’emergenza coronavirus che li ha privati della routine scolastica e quella quotidiana nel verde e per la strada. La fase 2 però, proprio per la sua natura che vedrà ancora mille prudenze adottate per limitare la diffusione del virus, potrebbe non essere vista dai più piccoli come l’attesa liberazione, ma come un altro scomodo cambio di routine che rischia di disorientarli ulteriormente. A pensarla così è anche Alberto Villani, presidente della Società italiana di pediatria (Sip) e componente del Comitato tecnico scientifico su Covid-19, che ha spiegato il suo punto di vista in un’intervista rilasciata all’Adnkronos. “La fase 2 sarà molto più complicata di quella precedente per bambini e adolescenti: tornare a uscire, con tutte le cautele, dopo mesi chiusi in casa, può essere fonte di paura e ansia. La loro routine è stata interrotta e se ne è impostata un’altra, ora dovranno fare dei nuovi cambiamenti. Ebbene sta a noi genitori aiutarli a superare le loro difficoltà, rassicurandoli e fornendo loro indicazioni chiare e corrette“.
FASE 2, MASCHERINE NON RACCOMANDATE PER I BAMBINI FINO A 3 ANNI
Secondo Villani i genitori avranno un ruolo chiave per far capire ai ragazzini come comportarsi ora che l’emergenza andrà gestita “fuori“, e non più esclusivamente in una routine casalinga che, per quanto limitante, offriva limiti e riferimenti ben precisi per riuscire a costruirsi da sé una sorta di “normalità d’emergenza“. Il che viene confermato anche dal modo in cui i bambini e gli adolescenti sono riusciti nella stragrande maggioranza dei casi a mantenere un comportamento encomiabile durante la quarantena. Spiega Villani: “I ragazzi si sono comportati in modo corretto, specie gli adolescenti che sono stati sempre descritti come allergici alle regole. I nostri ragazzi si sono trovati ad affrontare il lockdown e l’allontanamento dai coetanei con grande resilienza e responsabilità.” Far capire ai più piccoli la gradualità della fase 2 sarà importante, Villani poi ricorda di non sottovalutare un problema cruciale che potrebbe essere quello della mascherina: “Come Sip abbiamo proposto un documento in cui non raccomandiamo l’uso della mascherina sotto i 3 anni, piuttosto sono gli adulti che hanno contatti con i piccoli a doverla indossare. Resta cruciale per i più piccini la regola del distanziamento e l’importanza di evitare assembramenti.“