Bambini piromani a Cesena: tre ragazzini di 12, 11 e 10 anni hanno appiccato almeno dodici roghi lungo le strade di Savignano sul Rubicone, addirittura arrivando a tre incendi nello stesso giorno, con il solo intento di filmare il tutto e pubblicarlo sulla piattaforma di TikTok, così da incrementare il numero di follower. Le telecamere di sorveglianza, però, li hanno immortalati e hanno consegnato ai loro genitori, increduli e comprensibilmente sotto choc, l’amara realtà dei fatti.



Come ricostruito da “Il Resto del Carlino”, le tre coppie, impiegate tutte in aziende del territorio, sono state convocate d’urgenza presso il comando della polizia locale Unione Rubicone e Mare, rimanendo allibiti di fronte al racconto degli agenti e alle immagini che hanno avuto modo di osservare. I vigili urbani sottolineano che “sono caduti dalle nuvole. Non hanno fatto sceneggiate e non hanno accampato difese d’ufficio. Si sono subito detti pronti, piuttosto, ad assumersi responsabilità e conseguenze di quegli episodi. E ci hanno giurato, visibilmente sotto choc, che mai finora avevano sospettato qualcosa”.



BAMBINI PIROMANI A CESENA, GENITORI: “NON SAPEVAMO E NON SOSPETTAVAMO NULLA”

Nel racconto dei fatti effettuato da “Il Resto del Carlino” circa i bambini piromani di Cesena, vengono riportate le parole del vicesindaco di Savignano sul Rubicone, Nicola Dellapasqua, il quale ha dichiarato: “Le famiglie in questione mai hanno avuto alcun tipo di problema con la gestione dei figli né, per fortuna, hanno vissuto situazioni di disagio. E difatti non sono note ai servizi sociali”. Ora, però, dopo questo episodio la polizia locale ha segnalato il tutto al Tribunale dei Minori di Bologna e sarà presumibilmente avviata una procedura d’ufficio.



Inoltre, “sarà il giudice a decidere se i danni causati dagli incendi dovranno essere rimborsati dai genitori. Una cifra importante, che dalle prime stime ammonterebbe almeno a ventimila euro”. La polizia locale ha lanciato un appello a controllare più da vicino il computer e i telefonini dei giovanissimi, anche se a quell’età, come hanno voluto evidenziare i sei genitori coinvolti nella spiacevole vicenda, “i bambini sanno già benissimo come nascondere qualcosa sui propri dispositivi per aggirare il controllo degli adulti”.