La Francia lotta contro la sovraesposizione dei bambini più piccoli agli schermi e ai social. L’Assemblea Nazionale ha adottato all’unanimità due disegni di legge la settimana scorsa, con l’obiettivo di proteggere i bambini online. La proposta di legge relativa alla sovraesposizione dei bambini piccoli agli schermi è stata valutata in prima lettura il 7 marzo su proposta di Caroline Janvier, deputata di Renaissance, mentre il 6 marzo Bruno Studer, anch’egli deputato di maggioranza, aveva presentato un testo volto a responsabilizzare i genitori che pubblicano immagini dei loro bambini su Internet.
Sempre in tema infanzia, il 2 marzo l’Assemblea Nazionale ha fissato la “maggiore età digitale” a 15 anni. Nel frattempo, in Francia una commissione di inchiesta del Senato sta indagando su TikTok, popolarissimo social cinese molto usato tra i bambini e i ragazzi più giovani, testando un modo per verificare l’età al momento dell’iscrizione e bloccare così l’accesso dei minori ad alcuni siti, tra cui quelli pornografici. Il governo francese sta anche lanciando una campagna volta a sensibilizzare sulla “genitorialità digitale”. Una serie di “piccoli” interventi in un contesto in cui “introdurre un testo unico e più completo genererebbe centinaia di emendamenti, con il rischio di perdere di vista l’obiettivo” ha spiegato al quotidiano La Croix il deputato Bruno Studer.
Bambini e giovanissimi sui social: “consigli applicabili anche agli adulti”
La questione della sicurezza digitale dei bambini e la loro sovraesposizione agli schermi nasce dal sogno di vedere la Francia come “primo Paese al mondo a dotarsi di un vero e proprio ecosistema globale per la protezione dei bambini online”, come ha illustrato a La Croix Laurent Marcangeli, deputato della Corse-du-Sud. D’altro canto Thomas Rohmer, fondatore dell’Osservatorio sulla genitorialità e l’educazione digitale, sottolinea che “continuiamo a moralizzare i bambini sulle loro pratiche digitali, ma i consigli che vengono dati loro molti adulti non sono in grado di applicarli a se stessi”.
Lo psichiatra Serge Tisseron, interpellato da La Croix, invita a liberarsi del concetto secondo il quale sono i bambini i soggetti più a rischio di essere fagocitati dai meccanismi dei social, perché “con gli algoritmi manipolativi in rete, tutti noi dobbiamo imparare le buone pratiche digitali”. Parlando di “eccesso di legislazione” che di fatto potrebbe mascherare i problemi e le questioni irrisolte delle piattaforme social e dell’online.