Bilal Kurtesi, un bambino di 18 mesi di etnia rom, è morto investito nel tardo pomeriggio di lunedì a Portogruaro. Le terribili ferite alla testa, come riportato dal Messaggero, sono secondo medici e inquirenti compatibili con il trascinamento da parte di un’auto in retromarcia. La versione dei parenti che erano presenti al momento dell’accaduto, tuttavia, è molto diversa.
“Mia figlia di 13 anni ha messo Bilal sul cofano della macchina e lui probabilmente è scivolato con la schiena in giù e ha sbattuto la testa contro l’asfalto”, ha raccontato lo zio Herda Kurtesi. È ciò che ripetono anche gli altri familiari. Il corpo del bambino, tuttavia, presenta segni di schiacciamento alla testa e altri ematomi compatibili con l’investimento, così come le macchie di sangue sull’asfalto. Infine, anche durante la prima telefonata al 118, la versione dei fatti era stata riconducibile ad un incidente stradale. È un mistero, tuttavia, chi ci fosse alla guida dell’auto.
Bambino di 18 mesi muore investito: cosa è successo a Bilal
La Procura di Venezia ha aperto una indagine per omicidio colposo contro ignoti per la morte del bambino di 18 mesi investito a Portogruaro. Gli inquirenti stanno ascoltando ripetutamente le persone che erano presenti al momento dei fatti. Dalla lista sono esclusi il padre e la madre di Bilal Kurtesi, che erano rispettivamente al lavoro e in casa. Non hanno assistito all’incidente che ha coinvolto il piccolo, che forse stava giocando in strada insieme ad altri coetanei. A portare in ospedale la vittima erano stati i nonni.
Anche se l’esame esterno del corpo e la tac hanno dato degli indizi fondamentali per escludere la plausibilità della versione fornita dai parenti, le informazioni più preziose per lo sviluppo del caso però arriveranno dall’autopsia, che è stata affidata al medico legale Antonello Cirnelli. L’obiettivo è quello di ricostruire cosa è accaduto in via Loredan.