Lo scorso 6 aprile, un incendio a una casa mobile – le tipiche abitazioni americane prefabbricate che è possibile spostare da un luogo all’altro abitate per lo più da gente povera – ha provocato la morte di tre bambini, di uno e due anni, di un uomo di 34 anni e di una donna di 69. Sono tutte morte soffocate dal fumo provocato dal fuoco. E’ successo nei pressi di Goodfield nell’Illinois. Unica sopravvissuta la madre, di 27 anni, e uno dei quattro figli, di 9. Proprio lui, adesso, è stato accusato dal procuratore che sta occupandosi del caso, di aver provocato volontariamente l’incendio ed è accusato di cinque accuse di omicidio di primo grado, due di incendio doloso e una di incendio doloso aggravato. Secondo il procuratore Greg Minger, come ha dichiarato al canale televisivo NBC News, “prendere questa decisione è stato estremamente difficile, ma si tratta di uno dei crimini più gravi che si possono commettere. A questo punto, perché la giustizia sia rispettata, abbiamo dovuto incriminarlo”. Il caso apre un precedente, anche perché normalmente un minorenne non viene mai giudicato come se le sue azioni fossero state compiute da un adulto, per ovvi motivi.
LE ACCUSE CHOC AD UN BIMBO
Ma soprattutto, come ha commentato l’avvocato della difesa, “è difficile dimostrare che un bambino di 9 anni possa compiere un tale gesto in modo cosciente, cioè con la volontà di uccidere. Un bambino di 9 anni non sa neanche che Babbo Natale non esiste”. Tutto da dimostrare infatti perché abbia acceso l’incendio: davvero voleva sterminare la sua famiglia? La decisione ha provocato, come spesso sui social, la reazione di molte persone che attaccano il bambino per quello che avrebbe fatto. La madre si è vista costretta a scrivere: “Gradirei se tutti smettessero di postare commenti pieni di odio. Ha solo 9 anni, ha bisogno di aiuto, è solo un bambino: smettetela”. La speranza è che, in caso fosse condannato, non venga applicato lo stesso metro di giudizio che si applica per gli adulti. In caso contrario, vorrebbe dire seppellirlo vivo in un carcere, senza possibilità di recuperare, e di capire l’enormità del gesto che ha fatto, che già peserà su di lui per il resto della vita.