TUTTI ASSOLTI SUL CASO BANCA ETRURIA, ANCHE IL PAPÀ DELLA BOSCHI

«Tutti assolti perché il fatto non sussiste»: questa la sentenza di proscioglimento per il caso Banca Etruria, dove tutti gli imputati – compreso Pier Luigi Boschi, padre della deputata di Italia Viva Maria Elena – vedono cadere tutte le accuse delle indagini sulle presunte “consulenze d’oro”.



La vicenda che a livello economico ha colpito non poco Banca Etruria ma sopratutto ha rappresentato per la carriera politica di Maria Elena Boschi un enorme “impedimento” si chiude ora con la piena assoluzione: «Il mio assistito ha sempre creduto nella giustizia nella convinzione di non aver fatto mai nulla di male ed ha dovuto subire comunque questa prova», ha spiegato l’avvocato di Pier Luigi Boschi all’Adnkronos, Gildo Ursini. La sentenza emessa dal giudice Ada Grignani vedrà l’appello già annunciato dal procuratore capo Roberto Rossi: la procura aveva chiesto per il reato di bancarotta semplice condanne dagli 8 mesi a 1 anno nei confronti degli ex consiglieri del cda ed ex dirigenti dell’istituto di credito originario di Arezzo. La vicenda Banca Etruria si chiude per il momento così, con la requisitoria delle difese che ha prevalso: «non ci fu alcuna operazione imprudente, piuttosto un’azione doverosa rispetto a quanto chiesto da Banca d’Italia».



MARIA ELENA BOSCHI: “GOGNA SU DI NOI”. RENZI “M5S CHIEDANO SCUSA”

«Oggi ho pianto. Avevo giurato a me stessa che non avrei mai pianto per Banca Etruria. Oggi l’ho fatto. E non ho paura di ammetterlo in pubblico. Ho pianto come una bambina, in ufficio, alla Camera. Ho pianto perché mio padre è stato assolto dall’ultima accusa che gli veniva mossa su Banca Etruria. Con oggi si chiude un calvario lungo sette anni. E si chiude nell’unico modo possibile: con la certezza che mio padre era innocente»: così ieri su Facebook Maria Elena Boschi racconta la sua soddisfazione per le assoluzioni sul caso Banca Etruria.



«La verità giudiziaria non cambia niente per me: ho sempre saputo che mio padre è stato attaccato sui media e non solo per colpire altri. Ma oggi la verità giudiziaria stabilisce ciò che io ho sempre saputo nel mio cuore: mio padre è innocente. E ora lo sanno tutti, non solo la sua famiglia», aggiunge l’ex Ministra in quota Pd-Renzi. Oggi a Radio Leopolda la stessa MEB ha sottolineato come «dopo sette anni si è chiusa una vicenda con un’assoluzione piena per mio padre perché il fatto non sussiste. Ci tengo a sottolinearlo che l’assoluzione è stata piena. Purtroppo in Italia un avviso di garanzia è una sentenza di condanna e da allora c’è stata una gogna mediatica… Come se fossi io la responsabile di tutto. E’ evidente che c’è stato un utilizzo politico di questa vicenda, sono stati 7 anni duri e difficili, si possono immaginare gli attacchi personali e sguaiati che hanno ricevuto i miei genitori e anche io…». Durante un passaggio del suo discorso al Senato sulla riforma della giustizia, il leader di Italia Viva Matteo Renzi ha attaccato i 5Stelle per le forti e dure accuse lanciate negli anni a Maria Elena Boschi e all’intero caso Banca Etruria: «Nel residuo tempo che resta in parlamento ai 5s potrebbero chiedere scusa a Boschi. Le battaglie sui diritti le fanno le minoranze che poi diventano maggioranza. Quei 7milioni che hanno votato al referendum saranno decisivi per avere una giustizia giusta e un paese diverso». Con un messaggio su Facebook, ancora ieri Renzi invitava tutti a osservare quanto si possa “imparare” da un caso come quello di Etruria: «molti avversari politici, ospiti dei talk, odiatori dovrebbero mettersi in fila e dire una cosa sola: scusa. Non lo faranno. Ma quello che è sempre più chiaro è che i mostri non eravamo noi. Un abbraccio a tutta la famiglia Boschi». Secondo il leader di Azione e rivale di Renzi al Centro, Carlo Calenda, «Maria Elena è stata vittima di un linciaggio mediatico e giudiziario che non ha paragoni. Ed è accaduto perché è una donna bella, tosta, preparata e intelligente. Fine».