Sul salvataggio della Banca Popolare di Bari è intervenuto anche il premier Conte, che dagli studi di Di Martedì ha spiegato: «Il nostro progetto non è quello di nazionalizzare le banche. Dobbiamo fare di necessità virtù. Cosa accade con 2270 dipendenti e 600 mila clienti, cosa facciamo? Li mandiamo a carte e 48? Il Governo, cum grano salis, interviene con intelligenza». Il giurista però tiene a precisare: «Ma sulle responsabilità del management saremo inflessibili». Netta la posizione del ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli, intervenuto ai microfoni di Stasera Italia: «E’ evidente che nella potestà di vigilanza la Banca d’Italia non esercita la sua funzione fino in fondo. Ciò è costato il fallimento di molte banche negli ultimi anni e il fallimento di molte famiglie. Chi paga il prezzo sono i cittadini che hanno messo i risparmi magari di una vita». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
POPOLARE DI BARI, DI PIETRO AL FIANCO DI LANNUTTI
Bufera su Elio Lannutti, candidato alla guida della commissione Banche. Non sono infatti mancate le polemiche sull’esponente M5s, padre di un dipendente della banca pugliese salvata dallo Stato, ed è sceso in campo anche Antonio Di Pietro. L’ex magistrato si è schierato al fianco del grillino: «Sono qui per difendere l’onore di Elio Lannutti, che viene attaccato sul piano personale. Le persone che lo criticano hanno paura della sua preparazione professionale, della sua storia e di ciò che potrebbe fare alla presidenza della commissione», le sue parole ai microfoni de Il Fatto Quotidiano. Sul caso Popolare di Bari è intervenuto anche Paolo Gentiloni, commissario Ue in quota Pd: «Penso innanzitutto che il governo italiano abbia preso una decisione saggia che è quella di venire incontro alle esigenze dei cittadini della Puglia e delle imprese di quella zona, perché salvare quella banca è stata un decisione importante». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
POPOLARE DI BARI, CAOS SU ELIO LANNUTTI
Si allontana decisamente la candidatura di Elio Lannutti (M5s) alla guida della Commissione Banche voluta dal Governo sul caso Banca Popolare di Bari dopo il commissariamento: secondo La Repubblica l’ex leader dei consumatori di Adusbef – già travolto dalle critiche in passato per le sue posizioni antisemite sui complotti dietro le banche assimilabili al falso storico dei Savi di Sion – avrebbe il figlio che lavora per la banca pugliese salvata dallo Stato. Giovedì si riuniranno i membri della commissione di inchiesta sulle banche e dovranno eleggere il Presidente. Fino a ieri era abbastanza certa la presenza di Lannutti per quel ruolo, dopo il sì della Lega di Salvini alla proposta del M5s: Pd e Italia Viva erano però già poco inclini ma ora dopo lo scoop di Rep lo scontro interno al Governo è presto che servito. Dopo un incontro con Antonio Di Pietro e Beppe Grillo, lo stesso Lannutti si difende così dalle domande dei cronisti: «Io non mi sfilo da un bel niente. E nessuno mi ha chiesto un passo indietro. Io non ho mai voluto denunciare nessun collega, ma ora ho affidato la tutela del mio onore ad Antonio Di Pietro e ad Antonio Tanza, presidente dell’Adusbef». In merito al figlio che lavora in Banca Popolare di Bari, Lannutti non lo ritiene un problema «Dov’e’ il conflitto di interesse? Andate a vedere il conflitto di interesse di coloro che hanno fatto i crack e non di uno che lavora onestamente. Vi dovete vergognare! Di Pietro mi difenda anche da questo!». Molto duro il Pd con Alessia Morani («Mi auguro che abbia la sensibilità di togliere la maggioranza da questo grande, gigantesco imbarazzo») e Iv con Faraone, «La presidenza della commissione affidata a Lannutti? Il M5S ci tolga dall’imbarazzo e ritiri la candidatura: scegliamo il nome più adatto insieme». Ora sta al Governo e al premier Conte provare a mediare e trovare eventualmente un’altra candidatura per il ruolo delicato di indagine sul fallimento di Popolare di Bari.
GLI AUDIO “SEGRETI” SUI VERTICI DELLA POPOLARE DI BARI
A pochi giorni dal commissariamento della Banca Popolare di Bari e dopo il decreto-salvataggio del Governo approvato in CdM d’urgenza domenica sera (qui tutti i dettagli, ndr) grazie ad uno scoop di Fanpage emergono degli audio segreti che fino a pochi giorni prima dell’intervento di Via Nazionale vedeva il Presidente (Gianelli) e l’ad (De Bustis) provare a rassicurare i manager della Popolare barese con pesanti ammissioni sul management passato dell’istituto di credito. Non solo, i vertici di Banca Popolare di Bari rassicuravano i manager spiegando di avere Banca d’Italia e governo dalla propria parte e – ancor di più – che non ci fosse alcun rischio di commissariamento. La storia invece è andata dall’esatta altra parte e ora con la pubblicazione degli audio si complica non poco la situazione per gli indagati e il futuro stesso della banca commissariata che il Governo vuole trasformare nella “Banca d’investimenti per il Sud”. «Questa banca è un esempio di scuola di cattivo management, irresponsabile, esaltato […] Truccavate persino i conti economici delle filiali. Taroccati», lo direbbe secondo le intercettazioni Vincenzo De Bustis il 10 dicembre scorso, in un vertice convocato con il Presidente Gianvito Giannelli con tutti i manager dell’istituto di credito pugliese.
BANCA POPOLARE DI BARI: L’INCONTRO COMMISSARI-SINDACATI
Non solo, negli audio raccolti da Fanpage si trova anche «Non c’è rischio di commissariamento. Entro Natale la banca sarà salva» detto dal Presidente della Popolare di Bari, con tutta un’opera di convincimento verso gli altri manager e direttori di filiale. Il concetto base è che la banca sarebbe comunque stata salvata perché «il Governo è con noi», addirittura con rassicurazioni verso i risparmiatori «Potete dire ai clienti che c’è lo Stato dietro. Ci appoggia il mondo politico, e ci appoggia anche la vigilanza di Bankitalia» ripetono De Bustis e Giannelli. L’ad dopo aver attaccato alcuni manager accusandoli di aver truccato i conti nel passato, poi sottolinea negli audio “rubati”: «La banca diventerà molto forte dal punto di vista patrimoniale, avrà lo Stato dietro, quindi potrete dire che la Popolare di Puglia e Basilicata sta un po’ così, che la Banca Popolare Pugliese traballa, che i soldi vi conviene darli a noi che c’abbiamo lo Stato dietro. Li sfondate, se c’avete la forza e l’energia commerciale». Nella parte finale dei lunghi audio di Fanpage si trova poi anche la chiosa di De Bustis contro i manager di Banca Popolare di Bari: «Chiesi anche di vedere la lista delle prime 50 aziende affidatarie e non me l’hanno mai portata. Quell’epoca è finita. Su queste cose i nuovi padroni vi faranno l’esame del sangue». È di oggi intanto la notizia dell’incontro tra i rappresentanti sindacali di Fisac Cgil, First Cisl, Uilca, Fabi e Unisin e i commissari Enrico Ajello e Antonio Blandini all’interno della sede centrale dell’istituto di credito, in Corso Cavour a Bari: «i commissari ci hanno chiesto di essere insieme artefici del risanamento e della ripartenza della banca».