Sono 44 le Banche del Latte Umano Donato (BLUD) in Italia, con il nostro Paese che mantiene il suo ruolo da leader in Europa. Nonostante la grande generosità delle mamme italiane, il latte non è ancora sufficiente per tutti i neonati prematuri e in emergenza nel nostro Paese. Per questo motivo, in occasione della Giornata Mondiale della Donazione del Latte Umano che si celebra il 19 maggio, l’Associazione Italiana Banche del Latte ha lanciato un’iniziativa che vedrà coinvolte anche molte BLUR. Il progetto, dal nome “Latte umano donato nelle emergenze”, avrà come scopo quello di sensibilizzare sul tema.



Il progetto delle Banche del Latte Umano Donato prosegue intanto in tutta Italia. Le ultime due sono state aperte Sicilia, con l’isola che ora ne conta 5 e rappresenta la quarta regione in Italia per numero di centri. Al primo posto troviamo la Lombardia, che ne ha 7, mentre il Veneto e la Toscana ne contano 6. Lo scopo del progetto lanciato dall’Associazione Italiana Banche del Latte in occasione del 19 maggio ha ora come scopo quello di realizzare una Centrale Operativa unica in grado di coordinare i centri regionali.



Latte trattato con liofilizzazione

Guido Moro, presidente dell’AIBLUD Onlus, spiega sulle pagine dell’Ansa: “Il progetto si basa sulla realizzazione di una Centrale Operativa ubicata nel Nord Italia, dove verrà fatto confluire il 10% del latte donato raccolto dalle banche coinvolte nell’iniziativa”. Tale latte sarà proprio lavorato nella Centrale Operativa e trattato con un processo di liofilizzazione. Il latte liquido sarà poi trasformato in latte in polvere.

Come spiegato ancora all’Ansa da Moro, il processo di liofilizzazione consentirà di mantener le caratteristiche organolettiche del latte per un periodo di 24 mesi. Inoltre, il volume ridotto, farà sì che questo occupi uno spazio minore e dunque aumenteranno le capacità di stoccaggio. In caso di necessità, inoltre, il latte liofilizzato che sarà stato lavorato nella Centrale verrà inviato nelle zone delle emergenze “per alimentare neonati e lattanti che non hanno la possibilità di ricevere il latte della propria mamma”.