La Bce nel mese di luglio ha emanato le pagelle sul Comprehensive Assessment delle banche europee da essa vigilate. I due gruppi nazionali Iccrea Banca e Cassa Centrale Banca, a cui hanno aderito le singole Bcc, hanno superato le prove di vulnerabilità che valutano la capacità delle banche di fronteggiare gli scenari avversi, ossia shock economici e finanziari imprevisti e non prevedibili.



La Bce, nell’ambito del processo di revisione e valutazione prudenziale (Srep) coordinato dalla Autorità bancaria europa (Eba), ha condotto queste analisi su larga scala valutando lo stato di salute delle banche europee, comprendente una prova di stress e una qualità degli attivi finalizzata ad assicurare che gli enti creditizi abbiano capitale sufficiente per far fronte alle eventuali perdite.



Ogni due anni queste prove comprendono gli enti creditizi più significativi (attivi superiori a 30 miliardi di euro) sottoposti alla vigilanza diretta della Bce. Nell’ambito della prova di stress 2021 a livello Ue coordinata dall’Eba, che si sostituisce all’esercizio 2020 rimandato a causa pandemia, la Bce ha esaminato 38 enti Significant dell’area euro pari al 70% dell’attività bancarie dell’area. Le restanti banche (53 istituti) escluse dal campione scelto verranno monitorate ugualmente applicando in questo caso criteri di proporzionalità per le dimensioni più ridotte rispetto alla complessità delle prime.



Sui 38 enti Significant ben 15 erano italiani – il che dimostra l’attenzione che il regolatore europeo ha verso il nostro Paese – ed entro questi erano compresi i due Gruppi del Credito Cooperativo italiano.

Il Comprehensive Assessment riguarda due ambiti di verifica analitica:

1) Asset Quality Review (Aqr) finalizzata a un’approfondita analisi della qualità degli attivi, alla correttezza delle classificazioni delle esposizioni creditizie e alla congruità degli accantonamenti: essa si compone di una verifica documentale di un esteso campione di pratiche creditizie e di una simulazione campionaria per le altre;

2) Stress test sviluppati secondo le metodologie dell’Eba sono finalizzati a valutare la capacità delle banche di fronteggiare scenari di stress sulla base di due scenari economici predefiniti “base” e “avverso” e di ipotesi semplificate di stabilità delle attività e passività nel tempo.

Le dinamiche scelte, in relazione anche al periodo Covid-19 sono state molto severe rispetto alle precedenti verifiche: lo scenario base utilizzato dalla Bce prevedeva per l’Italia un calo cumulato del Pil nel triennio 2020-2022 del -2,5%, mentre quello avverso ha previsto un significativo peggioramento dello scenario macroeconomico e finanziario nazionale e internazionale con un ipotesi di crollo cumulato del Pil italiano nel triennio di riferimento del -7,6% (con un -13,1% nel 2020), praticamente mai registrato nella storia del nostro Paese. Inoltre, prevedeva una crescita significativa del tasso di disoccupazione (+2%) nel triennio, nonché un fortissimo calo nei prezzi degli immobili residenziali (-11,7%) e un -14,5% per gli immobili non residenziali con un crollo dei corsi azionari, condizioni che abbiamo visto in parte con la crisi dei sub-prime.

I due Gruppi del Credito Cooperativo hanno registrato nei due scenari previsti le seguenti performance:

– Iccrea Banca Spa un coefficiente CT1 (indica il patrimonio di una banca dopo l’assorbimento dei rischi ponderati per i prestiti concessi compresi crediti deteriorati e sofferenze) dopo lo scenario di base al 12,29% (soglia di attenzione prevista dal regolatore 8%) e al 5,67% (soglia di attenzione al 5,5%) dopo lo scenario avverso;

– Cassa Centrale Banca un coefficiente CT1 dopo lo scenario base al 17,14% e al 10,59% dopo lo scenario avverso.

Queste prove ed esami così analitici e penetranti dovrebbero far riflettere il regolatore europeo che la vigilanza sui Gruppi è più che sufficiente a mantenerla anche sulle singole Bcc, senza pesare questi istituti minori degli oneri normativi e dei vincoli patrimoniali delle banche Significant rendendo più difficile la loro mission territoriale. I due gruppi hanno dimostrato di saper gestire le partnership con le Bcc associate e di saper organizzare adeguatamente i presidi organizzativi di assunzione, gestione e misurazione dei rischi.

Il mondo del credito cooperativo, anche in precedenza alla costituzione dei gruppi, ha risolto le questioni delle Bcc in crisi all’interno del sistema senza pesare sulla collettività, inoltre ha contribuito a spesare le bad bank passate senza, allora, poter avere i benefici della solidarietà del resto del mondo finanziario italiano previsti dal bail-in.

È di questi giorni la polemica politica sul Monte dei Paschi di Siena, una banca Significant e per certi versi territoriale che dovrà subire un probabile spezzatino per essere appetibile al mercato con un ipotesi d’ intervento dello Stato per più di 6 miliardi di euro (Bad bank) 

I dati indicati testimoniano, se ce ne fosse ancora bisogno, la solidità dei due gruppi credito cooperativo e della capacità delle loro banche territoriali di sostenere i territori anche in tempi di crisi: questa rete capillare va resa più forte per fare arrivare i benefici del Pnrr fino all’ultima zona periferica del Paese per lo sviluppo complessivo dell’Italia.

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