“Il bilancio nei primi nove mesi conferma in pieno la capacita di resilienza e ripresa della Bcc di Napoli: e non solo di fronte al Covid”. È una Bcc giovane, quella inventata, fondata e tuttora presieduta da Amedeo Manzo nel cuore della più importante metropoli del Sud. “Dal 2009 ogni giorno ha portato la sua sfida – ricorda Manzo – fin dai primissimi anni, nel pieno dopo-Lehman, poi è venuta una lunga congiuntura debole e negli ultimi due anni l’intero sistema-Paese ha affrontato la pandemia. Il Mezzogiorno, nel frattempo, continua a fare i conti con le sue storiche fragilità, ma fortunatamente può sempre attingere a grandi risorse di energia socioeconomica, soprattutto sul suo capitale umano. La Bcc di Napoli ha la cittadinanza di questo Sud”.
I numeri della Bcc partenopea, in un 2021 difficilissimo e incerto, parlano chiaro. Quelli della gestione citano un utile netto al 30 settembre di 1,37 milioni (+19%), e soprattutto di 265 milioni di raccolta complessiva, e un +26% annuo negli impieghi alla clientela, con un ragguardevole minimo (0,16%) di sofferenze nette. “Una Bcc, ricorda Manzo, è una banca competitiva, sana ed efficiente, ma non a fini di profitto. La sua missione – condivisa con l’intero credito cooperativo nazionale – rimane la creazione di valore in termini di servizio alle famiglie e alle imprese del suo territorio, anzitutto i soci”. Questi ultimi sono ormai divenuti 4.600 e hanno accumulato nella loro banca un patrimonio di 22,76 milioni (con un Cet1 pari al 36,34%).
I punti operativi sono due, la filiale di Chiaia oltre alla sede di via Cervantes (che ospita l’area imprese), ma l’operatività spazia su 15 comuni. “Apriremo altre filiali – conferma Manzo – perché il credito cooperativo ha nel suo dna il contrasto alla desertificazione dell’offerta dei servizi finanziari alle persone”. Nel reticolo dei “decumani” napoletani – ricorda il Presidente – ma anche a Portici e Casoria, il deserto forzato dai lockdown si è già ripopolato. “Stiamo appoggiando oltre 150 start-up – rammenta Manzo – dai giovani tecnologi che hanno spedito nello spazio un test sull’osteoporosi ai giovani pizzaioli: tutte persone che vogliono venire in banca e trovare altre persone, parlare con altre persone, condividere idee e non solo affari, speranze e non solo operazioni finanziarie. Noi alla Bcc di Napoli la chiamiamo la strategia del rating umano: e non è solo uno slogan”.
È invece una strumentazione sofisticata d’intervento creditizio nell’ambiente d’impresa: ricomprende l’analisi e la valutazione di dimensioni quali legalità, solidarietà, impatto sullo sviluppo del territorio. “Per gestire una banca di nuova generazione, che vuole cambiare in meglio il territorio-mercato circostante, stiamo assumendo giovani d’eccellenza, selezionandoli nelle università della città: devono conoscere gli algoritmi, ma possedere anche la capacità di dialogo con la comunità. Il bilancio d’esercizio è imprescindibile, ma quello sociale non è da meno”. A proposito di mercato, “non può mai essere una oligarchia delle opportunità – sottolinea con forza Manzo -, dev’essere invece un luogo ampio e aperto, in cui ogni talento ha chance di realizzazione. È una frontiera che ci siamo subito trovati a condividere con l’arcivescovo Battaglia, già con prime iniziative”.
Nata nel ventunesimo secolo, la Bcc di Napoli è già diventata protagonista nel vastissimo mondo della cooperazione creditizia italiana, che affonda le sue radici nell’800. È Manzo infatti, il primo Presidente di una nuova federazione unificata fra le Bcc di Campania e Calabria (la Federazione Banche di Comunità Credito Cooperativo Campania Calabria). La fusione è quasi ancora fresca d’inchiostro: all’assemblea straordinaria hanno preso parte il Presidente della Federcasse Augusto Dell’Erba e Alessandro Azzi, “padre nobile” delle odierne Bcc e grande sponsor di Manzo nel progetto Bcc Napoli. “È un nuovo punto di partenza: le 11 Bcc campane e le 8 calabresi hanno voluto rendere tangibile la loro voglia di ripresa, anzi di rinascita”, dice il neo-Presidente. Con 240 sportelli e 8,1 miliardi di raccolta “siamo già importanti: vogliamo esserlo di più per oltre 7 milioni di italiani, forti dell’entusiasmo di 62.500 soci”.
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