Le banche stanno cominciando a ridurre prestiti a famiglie e imprese. È quanto emerso dall’analisi della Banca centrale europea, secondo cui le banche europee hanno iniziato a inasprire gli standard creditizi per concedere prestiti alle aziende e mutui alle famiglie. Lo studio riguarda 143 banche dell’eurozona. I timori relativi alla ripresa e le incertezze sul prolungamento delle misure a sostegno dell’economia porteranno ad un ulteriore inasprimento nei prossimi mesi. La domanda di prestiti e linee di credito da parte delle aziende è calata nel terzo trimestre dell’anno a causa del minor fabbisogno di liquidità di emergenza. Ma nel quarto trimestre è atteso un netto aumento della domanda di prestiti alla luce delle nuove misure restrittive introdotte in Europa. Per quanto riguarda, invece, le famiglie, gli standard creditizi si sono inaspriti in maniera significativa, tuttavia – come evidenziato dal Fatto Quotidiano – la domanda di mutui e credito al consumo è cresciuta sensibilmente dopo il calo del secondo trimestre. Nell’ultimo trimestre 2020 è prevista però una stretta sui standard creditizi e un calo della domanda di mutui.



BANCHE, ALLARME BCE: “RISCHIO ESPLOSIONE CREDITI MALATI”

Questa stretta creditizia si verifica in una fase in cui sta crescendo la preoccupazione per l’esplosione dei crediti deteriorati, cioè i prestiti erogati dalle banche che non vengono più restituiti o solo in parte a causa delle difficoltà finanziarie del debitore. Quando ciò accade la banca deve svalutare in tutto o in parte il valore del prestito erogato e quindi incamerare perdite nel bilancio. A tal proposito, ieri Andrea Enria, presidente dell’autorità di supervisione delle banche della Bce, ha espresso le sue preoccupazioni al Financial Times spiegando che l’ammontare dei crediti deteriorati potrebbe arrivare a 1.400 miliardi di euro, ben al di sopra dei valori raggiunti nel 2008 o 2011. Enria auspica quindi la creazione di una “bad bank” europea, una banca cioè dove convogliare crediti malati per toglierli dai bilanci europei, perché in questi casi le banche sono obbligate a destinare denaro per coprire le future perdite. E così non ci sono poi fondi per prestiti a imprese e famiglie. “Penso sia importante chiarire che siamo in una situazione straordinaria e che i rischi potenziali sono enormi per il futuro”, ha detto oggi intervenendo alla Commissione economica del Parlamento Ue.

Leggi anche

TRA PIL E INFLAZIONE/ "Ue e Italia pagano la frenata tedesca, ora la Bce tagli i tassi"I NUMERI DELL'INFLAZIONE/ Dagli alimentari un'altra spinta al rialzo dei prezzi che svela i limiti della Bce