Nel corso del 2023 le banche russe hanno realizzato un profitto record di ben 36,8 miliardi di dollari, nonostante le varie sanzioni dell’Occidente a seguito dell’invasione di Mosca in Ucraina. A scriverlo è l’autorevole quotidiano americano Financial Times sottolineando come anche la Banca Centrale Russa sia rimasta sorpresa dal traguardo ottenuto. Si tratta di un guadagno di 3.300 miliardi di rubli, un livello record mai raggiunto prima, così come annunciato dalla Banca di Russia nella giornata di ieri, martedì 30 gennaio 2024.
Alexander Danilov, capo del dipartimento di regolamentazione bancaria della banca centrale russa, ha parlato di performance che è stata “una sorta di sorpresa”, così come riferisce ancora il Financial Times, e lo si capisce chiaramente dal fatto che nel 2022 il profitto era stato di soli “200 miliardi di rubli”, anno in cui erano crollati del 90 per cento rispetto ad un anno prima proprio a seguito delle sopracitate sanzioni. Evidentemente però non hanno avuto effetto l’anno scorso visti i risultati incredibili ottenuti.
BANCHE RUSSE, PERFORMANCE RECORD NEL 2023: CRESCITA DI MUTUI E PRESTITI
Secondo gli addetti ai lavori il settore bancario russo nel 2023 sarebbe stato stimolato dalla domanda di mutui e prestiti per finanziare grandi acquisizioni aziendali, così come comunicato dalla Banca centrale russa. I prestiti ipotecari sono aumentati nel 2023 di quasi il 35 per cento rispetto all’anno precedente, annata in cui i russi si erano affrettati ad acquistare case con tassi ipotecari agevolati sostenuti dallo Stato.
Sono anche aumentati i prestiti alle imprese, cresciuti di circa il 20 per cento, anche se la Banca centrale di Mosca non ha comunicato a cosa siano stati destinati gli stessi; viene comunque sottolineato che le imprese russe hanno acquistato degli asset da aziende internazionali che hanno lasciato il mercato. Da segnalare infine la massiccia spesa militare e governativa che sta accompagnando la crescita del Paese: nel 2025, secondo Danilov, la crescita dei prestiti ai consumatori e alle imprese dovrebbe comunque rallentare e di riflesso anche i profitti delle banche.