Anche le banche che si trovano negli USA sono in crisi. Anche se in linea teorica potrebbe non sembrare realistico, gli enti di credito in America si ritrovano all’orlo del baratro, e se non si trova un appiglio la situazione potrebbe divenire sempre più complessa.

Ne è un esempio la New York Community Bancorp, la prima banca americana che si è ritrovata costretta a dover tagliare i dividendi, assistere a dei forti declassamenti di rating e a cedere metà del valore della sua quotazione in Borsa. Un duro colpo da incassare, ma con cui si dovrà fare i conti con la realtà.



Le banche degli USA si trovano in crisi, specialmente nel real estate

La crisi bancaria americana dovrebbe ricordarci quanto avvenuto nel 2008, una situazione simile che potremmo sfruttare come “lezione”. A distanza di 16 anni ci troviamo nell’ennesima complessità economica, dove questa volta l’obiettivo è “restare illesi o quasi”.



Alcuni problemi, come quelli che hanno coinvolto la New York Community Bancorp, sono ingestibili. L’ente di credito che si trova in piena crisi economica infatti, è specializzato in operazioni immobiliari “non residenziali”, che intaccano la provincia della città della Grande Mela.

La crisi è scattata subito dopo la pandemia da Covid-19, che ha costretto molti imprenditori a svuotare i loro uffici e promuovere il lavoro in smart working, prediligendo l’attività da remoto e senza dunque, avere l’esigenza di investire nella costruzione o acquisizione di nuovi edifici.



Ma il problema relativo al “mercato Americano”, sta arrecando problemi anche in Europa e in Giappone, dove gli istituti creditizi ne stanno risentendo parecchio. Alcune banche tedesche come la Deutsche Pfdan – briefbank e la Aareal Bank Ag, hanno pochi crediti in “attivo”, per via del decifit economico delle operazioni commerciali degli USA.