Due documenti del dipartimento della Salute confermerebbero lo spreco di denaro pubblico riguardante l’acquisto dei famosi “banchi a rotelle” che avrebbero dovuto essere pronti a settembre, all’inizio del nuovo anno scolastico, ma che non sono mai arrivati. Una questione spinosa trattata quest’oggi dal giornalista de “la Verità”, Stefano Filippi, che scrive: “Il governo ha comprato i banchi a rotelle senza sapere se sarebbero stati davvero utili. E anche quando sono arrivati non aveva nessuna idea di come avrebbero influito sulla diffusione del virus nelle scuole”.



Il collega cita quindi i due suddetti documenti ufficiali del ministero della Salute, che noi non abbiamo visionato ma lui molto probabilmente sì, datati 12 agosto e 12 ottobre; nel primo vengono esternati tutti i dubbi in merito alla questione covid e scuole: «Non è nota la reale trasmissibilità di Sars-Cov-2 nelle scuole – si legge – anche se cominciano a essere disponibili evidenze scientifiche di outbreak in ambienti scolastici», dove il termine outbreak sta per esplosione. “Né il ministro Roberto Speranza, e men che meno la sua collega Lucia Azzolina – commenta quindi Filippi – hanno la minima idea di come corre il Covid nelle aule. E infatti nell’incertezza il governo non ha fatto nulla, né un piano dei trasporti né una riorganizzazione degli orari scolastici. Hanno soltanto ordinato i banchi a rotelle”.



BANCHI A ROTELLE SOLO UNO SPRECO: IL SECONDO DOCUMENTO “FOTOCOPIA” DEL PRIMO

Nello stesso documento si legge anche: «Non è nemmeno noto l’impatto che potranno avere le misure di riorganizzazione scolastica che si stanno mettendo in campo in questi giorni». Proprio per questo si sollevano molti dubbi sui 3 miliardi di euro spesi per i banchi, visto che vi erano fin troppe incertezze su come avesse circolato il virus nelle aule scolastiche. Il 12 ottobre, come anticipato sopra, viene quindi presentato un nuovo documento di un centinaio di pagine, ma clamorosamente permangono gli stessi dubbi, con vari “copia incolla” riguardanti la scuola. «La reale trasmissibilità di Sars-Cov-2 nelle scuole non è ancora nota – si legge dopo un mese di lezioni – anche se cominciano a essere descritti focolai in ambienti scolastici in Paesi in cui le scuole sono state riaperte più a lungo. Non è inoltre stato quantificato l’impatto che potranno avere le misure di riorganizzazione scolastica adottate». E quei 3 miliardi di euro buttati che pesano come un macigno…

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