Tornano nell’occhio del ciclone i famosi banchi a rotelle ordinati l’anno scorso per far ripartire le scuole in sicurezza durante la pandemia di covid, e di fatto mai utilizzati. Spesso e volentieri i banchi a rotelle sono stati criticati per il fatto di aver costituito un ingente spreco di denaro, e secondo alcuni esperti sarebbero addirittura dannosi alla schiena degli studenti. L’ultima accusa rivoltagli è quella di essere pericolosi in quanto infiammabili e quindi a rischio incendio.



I tavoli fanno parte del bando indetto dall’ex Commissario straordinario per l’emergenza Covid della scorsa estate, ricorda l’edizione online dell’Huffington Post, e avrebbero dovuto garantire la sicurezza degli alunni in classe, assicurandone il distanziamento sociale, ma sono stati ritirati prima di entrare in azione, e come si legge su Il Tempo, ufficialmente perchè non rispettano le norme antincendio. A stabilirlo è stato il generale Francesco Paolo Figliuolo, commissario straordinario per l’emergenza, e il costo del ritiro sarà di ben 173mila euro, soldi che ovviamente andranno sprecati e che vanno aggiungersi ai milioni di euro già spesi per il loro acquisto.



BANCHI A ROTELLE RITIRATI: LA TRAVAGLIA VICENDA DEI TAVOLI SCOLASTICI

Una vicenda travagliata quindi, che continua a regalare colpi di scena, banchi che fin dall’inizio erano stati osteggiati dalle scuole in quanto la loro lunghezza non rispettava gli spazi disponibili nelle classi e di conseguenza furono molti i dirigenti che decisero di non adottarli: migliaia di banchi, in totale ne furono ordinati 180mila (due bandi distinti da 2.2 milioni e 7.3 milioni di euro, totale 9.5 milioni), rimasero così impolverati, chiusi a rappresentare uno spreco di denaro pubblico.

Figliuolo, nel bocciare i banchi scrive: «a seguito di specifiche analisi merceologiche è emerso che gli arredi scolastici forniti dalla ditta Nautilus hanno evidenziato la non conformità degli stessi alle normative in materia di sicurezza antincendio, impedendone l’uso ed imponendone il ritiro dagli istituti scolastici ove erano stati distribuiti al fine di eliminare i possibili rischi in caso di incendio».