Sono diventati loro malgrado il simbolo dell’inefficienza e dello spreco, l’emblema del fallimento del governo sul fronte della scuola: stiamo parlando degli ormai tristemente noti “banchi a rotelle“. Anche definiti “sedute innovative”, in realtà hanno dimostrato di avere acquisito una caratteristica tipica della peggiore tradizione nostrana (purtroppo): sono costati una fortuna e non hanno risolto il problema rappresentato dalla scuola in presenza in epoca di pandemia. Sì, ma che fine hanno fatto i famosi banchi a rotelle? Se lo è chiesto Tg Padova che è andato a caccia delle sedute tanto difese da parte dal ministro dell’Istruzione Azzolina e dal Commissario straordinario all’emergenza Arcuri: ebbene, la scoperta, almeno per quanto riguarda il Padovano, non è stata delle migliori. Sì, perché quei soldi costati molti denari pubblici sono di fatto inutilizzati…



BANCHI A ROTELLE, “MAI USATI, ANCORA IMBALLATI”

Imballati, accatastati in magazzino, mai messi a disposizione dei ragazzi (e forse è un bene), i banchi a rotelle acquistati nella Provincia di Padova nei mesi scorsi sono 560 e valgono 84mila euro. Il vicepresidente della Provincia, Vincenzo Gottardo, intervistato assicura che tra maggio e giugno si provvederà – ove ve ne fosse la possibilità – a ricollocarli nelle classi che ne dovessero fare richiesta. Il punto, però, è soprattutto un altro: gli stessi presidi che li hanno ordinati, infatti, una volta viste dal vivo le “sedute innovative” hanno capito che il prodotto non era così “innovativo” come avevano pensato. Scomodo, traballante, inadatto ad ospitare contemporaneamente più di un libro – figurarsi un dizionario – è chiaro che i banchi a rotelle abbiano esposto il fianco dei loro sponsor alle critiche. Non è un caso che il renziano Anzaldi commenti su Twitter il servizio del Tg Padova con queste parole: “Non fatelo vedere ad Arcuri. “84mila euro di banchi a rotelle abbandonati“.

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