Un ulteriore colpo di scena sulla questione dei banchi con le rotelle rischia di complicare ancora di più il compito di Lucia Azzolina, ministro dell’Istruzione che aveva puntato forte su questa soluzione per ripensare la didattica post-coronavirus. In un’intervista al Corriere della Sera di ieri, infatti, Stefano Ghidini, imprenditore e proprietario della C2 group, l’azienda produttrice del banco “sponsorizzato” dalla ministra, ha scelto di ritirarsi dalla gara d’appalto bandita dal commissario per l’emergenza Domenico Arcuri per rifornire le scuole di ben 3 milioni di banchi. Ghidini ha sostenuto che la foto del suo banco, presentata in conferenza stampa da Azzolina, “ha determinato una banalizzazione del nostro lavoro. Sia inteso, sono molto felice che il ministro abbia riconosciuto il valore di un prodotto che abbiamo cominciato a importare e commercializzare molti anni fa, ma vogliamo salvaguardare la serenità dell’azienda e delle persone che ci lavorano”.



BANCHI CON LE ROTELLE: FORNITORE, “NON PARTECIPO AD APPALTO”

L’imprenditore ha negato di conoscere personalmente la ministra Azzolina, come invece qualcuno aveva insinuato: “Non ho mai avuto il piacere, anche se non nascondo mi farebbe piacere poter condividere quanto di bello abbiamo fatto in 10 anni nelle scuole; mi piacerebbe non essere visto come “l’uomo delle sedie”, ma di un gruppo di persone che, oltre a fornire in 3 mesi decine di migliaia di dispositivi per la DaD e aver realizzato contenuti didattici gratuiti visionati da oltre 100.000 insegnanti e studenti, continua a ricercare soluzioni testandole con gli insegnanti di tutta Italia”. Ghidini ha aggiunto che “per quanto riguarda la “sedia innovativa” la richiesta è minore (si parla di circa 440.000 pezzi richiesti dalle scuole); dopo diversi giorni di confronto con il produttore noi saremmo stati in grado di soddisfare la richiesta in pochi mesi; ma purtroppo il bando non prevede confronti né consegne scaglionate, prevede una consegna entro fine agosto”. Stando così le cose, ha detto Ghidini, “purtroppo entro la scadenza del bando si potrebbe soddisfare l’esigenza di qualche regione e non di tutta l’Italia, e questo è uno dei tanti motivi che ci porta a desistere in quanto crediamo nelle pari opportunità. I banchi sono così importanti per la ripresa della scuola? Da quanto appare dalla richiesta delle scuole italiane sembrerebbe di si; sinceramente mi sembra che la scelta della “seduta innovativa” sia stata presa con un po’ troppa leggerezza da parte di molte scuole; deve essere condivisa con gli insegnanti e non può essere “imposta dall’alto” perché innovativa e colorata. La presenza di queste comporta un desiderio di rimodulazione dello spazio e della didattica ed un attivatore del desiderio di cambiare; il 17% del totale delle richieste è evidentemente troppo”.



BANCHI CON LE ROTELLE: FORNITORE, “DUBBI SULLE SCELTE DEL MIUR”

Da qui la scelta di fare un passo indietro dell’imprenditore: “Non parteciperò se non cambieranno le condizioni, pur essendo parzialmente in grado, perché ritengo che sia sbagliato fornire queste soluzioni in un modo massivo e semplicemente per risolvere l’emergenza. Siamo certi che altri operatori potranno rispondere alle richieste del ministero, ma è fondamentale porre l’attenzione sulla qualità del prodotto scelto”. Il Corriere della Sera gli chiede: “Sta dicendo che la gara rischia di non fornire i banchi giusti alle scuole?”. Netta la risposta di Ghidini: “Si, le specifiche sono veramente generiche e le caratteristiche premianti indicate in gara vanificano il significato di questo prodotto; ad esempio le ruote bloccabili renderebbero questo strumento pericoloso in quanto tenderebbe a sbilanciarsi; stesso problema la regolazione dell’altezza che sposta il baricentro. Non si parla di antipanico (la possibilità di uscire velocemente dalla sedia) e tante atre caratteristiche che hanno reso il prodotto che offriamo unico e copiato in tutto il mondo. Oltre tutto chiedono nel bando di allegare una dichiarazione da parte di alcune scuole che certificano di utilizzarle e che rispondono ai requisiti: dichiarazione molto difficile da rilasciare per prodotti non originali non ancora commercializzati in Italia”.

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