L’aumento dei contagi in materia di Coronavirus sta preoccupando il Governo, che ha già vietato le attività di ballo nelle discoteche e nei locali all’aperto e imposto l’obbligo di indossare la mascherina dalle 18 alle 6, e che ora guarda con inquietudine al prossimo 14 settembre, giorno designato da Lucia Azzolina, ministro dell’Istruzione, per la riapertura delle scuole in Italia. Una riapertura che, però, potrebbe complicarsi e non solo per via del Covid-19: vi è anche il problema connesso ai banchi singoli. Sì, perché come ricorda l’ANSA, il commissario straordinario Domenico Arcuri ne confermava la consegna a partire dal mese di settembre, ma il produttore Giancarlo Spadaccini, intervistato proprio dall’agenzia di stampa, ha rivelato in questi minuti che “ci siamo impegnati a consegnare i banchi tra ottobre e dicembre, in tre scaglioni, ma ad oggi non ho ancora alcuna comunicazione ufficiale per poter eventualmente avviare la produzione”. Ecco perché diventa quasi impossibile credere che si riesca a rispettare la tempistica del 14 settembre. Il rischio è che gli studenti siano costretti a indossare le mascherine per 4 mesi non potendo rispettare le necessarie distanze.



BANCHI NON PRONTI PER SETTEMBRE? ARCURI SMENTITO

“Credo che questa sia l’ultima settimana utile per farci sapere se dobbiamo avviare la produzione – ha aggiunto Spadaccini –. Se anche un’impresa avesse la forza di produrre quanto richiesto, non potrebbe trovare le materie prime ad agosto, quindi diventa impossibile consegnare tutti i banchi per metà settembre”. Un grattacapo in più per il mondo dell’istruzione, già pesantemente destabilizzato da una pandemia tanto impronosticabile quanto deleteria per la didattica, il cui rapporto con la tecnologia nel nostro Paese non viaggia propriamente a gonfie vele. E poi, ça va sans dire, vi è l’incognita contagi: come ha spiegato sulle colonne del quotidiano “Il Messaggero” Walter Ricciardi, membro dell’Oms e consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza: “Non è ipotizzabile solo la chiusura di aree con focolai, ma anche che non riaprano le scuole a settembre. Tutto dipenderà dal comportamento responsabile delle persone”. E poi, le distanze: se non possono essere rispettate (e qui la latitanza dei banchi singoli recita un ruolo non indifferente), i ragazzi sono obbligati a indossare la mascherina e cambiarne almeno due al giorno. Altra problematica di non facile soluzione.

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