La Conferenza Episcopale Italiana stanzia mezzo milione di euro per il Banco Alimentare. La somma è attinta dai fondi otto per mille, che i cittadini destinano alla Chiesa cattolica, ed è destinata in favore delle attività di una rete che comprende 21 Banchi in tutta Italia. Si tratta di un aiuto importante in un periodo delicato legato all’emergenza Coronavirus. Giovanni Bruno, presidente della Fondazione, commenta con entusiasmo il gesto: «La sollecitudine, l’immediatezza e l’entità del sostegno venuto dalla CEI sono un grandissimo conforto per noi e per tutte le persone indigenti che ricevono aiuto attraverso le migliaia di strutture caritative con noi convenzionate». Attualmente Banco Alimentare è impegnato per garantire l’operatività quotidiana dei suoi 21 Banchi in tutta Italia, nonostante l’emergenza Coronavirus. L’obiettivo è anche quello di «non interrompere questa catena di solidarietà, per non abbandonare chi è già in difficoltà, e tutti quelli che vi entrano a causa di questa grave emergenza».
Giovanni Bruno dunque ringrazia la Cei e i cittadini italiani che attraverso l’otto per mille hanno reso possibile questo contributo, perché così permettono a Banco Alimentare di continuare la sua «opera quotidiana a rafforzare l’unità all’interno delle comunità locali». Per Bruno è un «segno di vicinanza» e al tempo stesso un «importantissimo richiamo alla responsabilità nella realizzazione della nostra opera che poggia innanzitutto sull’imperativo del “dar da mangiare agli affamati”, sentendoci compagni di strada di tutti». Nell’occasione rinnova «l’appello alla solidarietà invitando a sostenere le iniziative e gli interventi in favore delle persone in difficoltà e in condizioni sempre più precarie».
Lo stanziamento della Cei è un contributo importante in una situazione difficile. «L’attuale contingenza ci sta mettendo a dura prova e presto potrebbero risentirne le oltre 7.500 strutture caritative con noi accreditate che sostengono circa un milione e 500mila persone». Le spese per far fronte a questa situazione sono aumentate. «Se continuerà così, saremo messi in grave difficoltà e costretti, presumibilmente, a ridurre l’attività». Nel comunicato si legge che il sostegno della Chiesa rappresenta un gesto concreto di prossimità, oltre che un invito a non lasciarsi sopraffare dalla paura e dalla diffidenza nei confronti del prossimo. «La fede, la speranza e la carità ci chiamano a una nuova fantasia, con cui affrontare insieme l’emergenza e le sue conseguenze».
BANCO ALIMENTARE E L’EMERGENZA CORONAVIRUS
Il Coronavirus è una sfida eccezionale che richiede misure straordinarie per il contenimento della sua diffusione. L’epidemia sta mettendo a dura prova anche l’attività della Rete Banco Alimentare e delle tante Strutture Caritative convenzionate. Con la sua attività Banco Alimentare assiste un milione e 500mila poveri, ma la rete di carità rischia di incepparsi a causa dell’emergenza sanitaria. «Si deve ovviamente tutti vigilare per l’osservanza scrupolosa delle norme igienico/sanitarie, innanzitutto per il rispetto e l’attenzione dovuta alle persone, operatori e assistiti. Il bene della salute viene prima». Così Giovanni Bruno, presidente della Fondazione Banco Alimentare Onlus. Ma non si può dimenticare chi è in difficoltà: «La nuova situazione impone ogni giorno la ricerca di un faticoso equilibrio tra il diritto alla salute e quello al cibo». Un aiuto importante in tal senso arriva dalla Cei, con la sua donazione odierna.