Unicredit – messa in archivio l’Assemblea ordinaria e straordinaria dello scorso 31 marzo che ha aperto la stagione delle assemblee societarie dei maggiori Gruppi e delle banche italiane caratterizzate, quasi tutte, da bilanci con utili consistenti ai loro azionisti – torna al centro di nuovi rumors e indiscrezioni per una possibile fusione con Banco Bpm che darebbe vita alla seconda banca in Italia. Ma come potrebbe avvenire l’operazione? Quali sinergie di costo e di ricavi e con quale aumento dell’utile per azione? Mentre i titoli corrono e il lavoro agli analisti riprende, ci soffermiamo, al momento, solo su un paio di aspetti.
A distanza di poco più di un anno, quando a inizio 2022 l’operazione è sfumata per un soffio, secondo le nuove ipotesi, oggi potrebbe essere più verosimile e vicina per le mutate condizioni di mercato, soprattutto dopo che in Borsa, negli ultimi mesi, il titolo di Unicredit ha visto crescere in modo esponenziale il proprio valore, praticamente quasi raddoppiato rispetto a una media di settore del 40-42%.
Questa importante operazione sarebbe – secondo gli analisti – in linea con gli ultimi sviluppi del mercato bancario europeo, com’è avvenuto recentemente a livello continentale, seppur per circostanze diverse e particolari, con i due colossi europei UBS e Credit Suisse, che è risultata di fatto come la più massiccia fusione bancaria della recente storia europea. Una delle ragioni che rinforzano la teoria della fusione tra Banco Bpm e Unicredit è legata quindi alla straordinaria performance degli ultimi mesi delle azioni di quest’ultima. Risultati frutto di quali scelte e strategie?
Gli analisti e gli osservatori in questi giorni si sono più volte soffermati ad analizzare e confrontare le differenze di vedute e strategie attuate da Mustier e ora da Orcel. La remunerazione degli azionisti è stata una costante attenzione nella strategia di Orcel, sin da quando ha assunto la guida del Gruppo, dividendi che sono cresciuti fino ad oltre 5,25 miliardi. Al tempo stesso, altro elemento chiave è stata la parziale messa in ombra di M&A, con fusioni e acquisizioni quasi completamente assenti.
In altri termini, Unicredit ha accumulato capitale, limitando al minimo le acquisizioni, questo potrebbe essere indicativo, secondo alcune voci, di un preparativo per una grossa operazione quale potrebbe essere l’acquisizione di una quota di maggioranza o dell’intero capitale di Banco Bpm
Le teorie di una possibile fusione tra Unicredit e Banco Bpm, ricordiamo, si trascinano da più di un anno. Secondo i rumors di allora l’operazione è saltata per ragioni trasversali, in particolare per le pressioni del Mef per Mps affinché Orcel e Unicredit rilevassero la quota del 64% di Mps controllata dal Tesoro.
A proposito di Mps si è tenuta pochi giorni fa, il 20 aprile, l’Assemblea che ha riconfermato Luigi Lovaglio Ad e nominato Presidente Nicola Maione. Sabato scorso, in una intervista a MF la Premier Meloni ha riaffermato che bisogna lavorare per riportare il Monte sul mercato privato. Vogliamo gestire in modo ordinato l’uscita dello Stato dal capitale di Mps per creare in Italia le condizioni perché ci siano più poli bancari.
Per tornare a Unicredit, la nuova quotazione a Piazza Affari ha cambiato e non di poco gli equilibri e i rapporti di forza tra i due istituti bancari, soprattutto in termini di valutazione di mercato. Se un anno fa il rapporto tra azioni Unicredit e Banco Bpm era di 4,2 azioni Banco Bpm per un’azione Unicredit, ora il divario è salito a 5.1, rendendo quindi più favorevole il concambio azionario per entrambi gli istituti e gli investitori.
Tra gli eventuali ostacoli da superare anche la posizione/opposizione di Giuseppe Castagna, Ceo di Banco Bpm, che tuttavia, potrebbe acquisire responsabilità di primissimo piano al vertice della nuova entità. Così come il comportamento degli attuali soci al capitale di Banco Bpm, in particolare di Crédit Agricole che ha il 9%, del capitale e importanti accordi commerciali proprio con l’Istituto di Piazza Meda.
Banco Bpm ha svolto la propria Assemblea il 20 aprile approvando con oltre il 96% dei voti favorevoli il bilancio di esercizio al 31 dicembre 2022, chiuso con un utile netto consolidato pari a 703 milioni di euro (886 milioni di euro al netto delle componenti non ricorrenti) e la distribuzione di un dividendo di 0,23 euro per azione. Confermati Massimo Tononi Presidente e Giuseppe Castagna Ceo.
Se le fonti ufficiali e la notizia di una possibile fusione tra Banco Bpm e Unicredit sono state ampiamente smentite da entrambi gli istituti bancari, c’è chi come Fabrizio Palenzona, neo Presidente della Fondazione Crt, importante azionista di Unicredit, già vicepresidente del Gruppo, in una recente intervista a Repubblica la auspica. Sta di fatto che le voci sulle ipotesi di aggregazione bancaria hanno spinto il titolo Banco Bpm a Piazza Affari.
Gli analisti di Equita Sim ricordano che in occasione della presentazione dei conti 2022, Orcel “aveva indicato che entro fine anno la banca avrebbe definito l’utilizzo del suo eccesso di capitale, che stimiamo tra i 6 e i 7,5 miliardi sulla base di un Cet1 target di 12,5-13%”. Gli esperti – secondo il punto di Radiocor – ribadiscono la convinzione che l’operazione rafforzerebbe in modo significativo il posizionamento competitivo di Unicredit in Italia, con una quota di mercato complessiva in termini di filiali che passerebbe dall’11% al 18% e dal 10% al 20% al Nord, e spazio per un elevato incremento dell’utile per azione, oltre il 15% post sinergie, anche a fronte del riconoscimento di un premio significativo a favore degli azionisti Banco Bpm e senza compromettere la solidità patrimoniale della combined entity.
Quasi certamente l’acquisizione di Banco Bpm da parte di Unicredit non avrebbe grandissimi sostenitori nel Governo. Come ha anche ricordato la presidente del Consiglio nell’intervista a MF si pensa a più poli bancari, e a creare un terzo forte attore bancario, piuttosto che a un’ operazione Unicredit-Banco.
Ma, come osserviamo ormai da tempo, le puntate del risiko bancario non finiscono mai e i colpi di scena sono spesso dietro l’angolo!
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