Sbloccare lo stallo sul progetto di rete unica delle telecomunicazioni e correggere il Piano Bul (Banda ultralarga) per recuperare i ritardi e contrastare il digital divide: ad annunciare le due priorità sul fronte della banda ultralarga è stato il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, in audizione alla Commissione Trasporti e Tlc della Camera. “Il Recovery Plan – ha ricordato Giorgetti -, se ben costruito, può costituire un’occasione utile per rimediare alle carenze dell’Italia” in ambito tecnologico, dove il nostro paese “registra ritardi molto gravi” rispetto al resto dell’Europa. La sfida della digitalizzazione e di un internet veloce ovunque, infatti, sono decisive per ripristinare una maggiore e migliore competitività del paese. Ma quali sono le principali misure da mettere in campo? Quali tecnologie adottare, soprattutto nelle aree bianche? Come coinvolgere gli operatori del settore? Ne abbiamo parlato con Luca Spada, amministratore delegato di Eolo, società che fornisce connettività internet a banda ultra larga nelle aree interne del territorio nazionale non raggiunte dagli operatori “cablati”.



Negli ultimi mesi, gli operatori del settore telecomunicazioni hanno avuto un ruolo fondamentale per permettere ai cittadini di svolgere molte attività quotidiane in modalità digitale, abilitando lo smart working, la didattica a distanza e la remotizzazione di numerose attività produttive. Quali sono stati i risultati raggiunti da Eolo e quali le nuove sfide per il 2021?



Fin dalla sua nascita, la mission di Eolo è quella di garantire una connessione veloce a tutti i cittadini, portando internet nelle aree suburbane, montane e rurali del Paese. Negli ultimi mesi, abbiamo incrementato i nostri sforzi per soddisfare la domanda crescente di connettività e raggiungere in particolare le aree dove il digital divide è più accentuato: a maggio 2020, la società ha lanciato un piano di investimenti da 150 milioni di euro finalizzato a estendere la propria rete a banda ultralarga agli ultimi 1.200 piccoli comuni ancora non coperti dalla connettività ultrabroadband, localizzati principalmente nel Sud Italia. Attualmente abbiamo infatti portato la connessione in circa 6.500 comuni, pari a oltre l’80% del totale, e puntiamo a coprire la totalità dei comuni italiani entro la fine del 2021. Parallelamente, stiamo portando avanti da tre anni il progetto Eolo Missione Comune.



Di cosa si tratta?

Con questo progetto l’azienda mette in palio premi tech, del valore complessivo di 3 milioni di euro, finalizzati a connettere e digitalizzare enti locali sotto i 5mila abitanti. Ad oggi sono 3.382 i comuni che possono beneficiare di tali premi, tra i quali programmi per la digitalizzazione scolastica e corsi per alunni e insegnanti, accesso gratuito alla connessione a banda ultralarga, smartphone e tablet.

Per completare la transizione digitale, che sarà fondamentale per accelerare il rilancio economico e sociale, è prioritario colmare il digital divide, che interessa ancora molte aree del paese. Sotto questo punto di vista, il Fixed Wireless Access (FWA) svolge un ruolo fondamentale. Qual è il valore aggiunto di questa tecnologia?

L’FWA è la tecnologia che permette di collegarsi sfruttando le onde radio a banda ultralarga mediante l’uso di un’antenna. Questi sistemi presentano il vantaggio di essere realizzabili più rapidamente rispetto ai collegamenti in fibra ottica, di essere meno costosi e di essere scalabili. Per questi motivi, l’FWA rappresenta la soluzione ideale per colmare il digital divide, che di fatto comporta per un gran numero di imprese, scuole e famiglie l’impossibilità concreta di accedere ad alcuni dei diritti fondamentali, generando così forme nuove e inedite di disuguaglianza.

Con quali risultati?

Questa tecnologia ci ha permesso, negli ultimi anni, di raggiungere molte aree interne e periferiche del Paese, e rappresenta oggi una realtà in forte crescita, grazie alle evoluzioni tecnologiche in ottica 5G-FWA, che consentiranno di sviluppare reti ad altissima capacità anche in quelle aree dove non è possibile il passaggio delle reti wired in fibra ottica per motivi tecnici o per scarsa convenienza economica degli operatori. Anche nel nuovo Codice delle comunicazioni elettroniche europee e nelle linee guida del Berec, le reti wireless con architettura FTTA (Fiber to the Antenna), tra le quali rientra a pieno titolo anche l’FWA, sono state classificate come reti VHCN (Very High Capacity Networks).

Quanto il tema della disponibilità di risorse frequenziali è legato allo sviluppo delle infrastrutture digitali nel paese? 

Le frequenze sono la “materia prima” per soddisfare il crescente fabbisogno di banda da parte dei consumatori, sia nell’accesso sia nel backhauling radio delle reti FWA. L’emergenza sanitaria e, di conseguenza, l’utilizzo massiccio del digitale, ha comportato un incremento esponenziale dei volumi di traffico sulla rete di telecomunicazioni.

Questo scenario che cosa ha comportato per Eolo?

Eolo – come dimostrano anche i dati Agcom – ha visto un incremento del 102% nell’arco di soli 12 mesi, a fronte di un incremento annuo del 30% prima della pandemia. In questo contesto, è evidente come senza il rinnovo delle attuali dotazioni frequenziali per soluzioni FWA sarà impossibile soddisfare questa domanda e portare rapidamente connessioni veloci su tutto il territorio nazionale. Il Mise ha prorogato tutte le frequenze tlc utilizzate dagli operatori mobili fino al 2029. All’appello mancano le frequenze a 26 GHz e 28 GHz.

Il vostro auspicio?

Confidiamo che il nuovo Esecutivo, e in particolar modo il ministro allo Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, possano dare risposte concrete alle nostre istanze di rinnovo.

Come annunciato dal presidente del Consiglio, Mario Draghi, nel suo discorso al Parlamento, il Governo procederà nelle prossime settimane a ridefinire il Piano nazionale di ripresa e resilienza da inviare alla Commissione europea. Quali sono le misure principali da mettere in campo, in particolare riguardo alla digitalizzazione, che rappresenta uno degli assi prioritari del Next Generation Eu?

Innanzitutto, auspichiamo che, nell’ambito della revisione del Pnrr che il governo Draghi sta portando avanti, vengano sensibilmente aumentate le risorse destinate allo sviluppo delle infrastrutture digitali, che rappresentano i pilastri fondamentali per raggiungere la piena digitalizzazione di scuole, ospedali, imprese e Pubblica amministrazione. In quest’ambito, è essenziale includere tra i progetti da finanziare investimenti specifici per lo sviluppo dell’FWA, che rappresenta un’indispensabile use case per lo sviluppo dei servizi 5G.

Nello specifico?

Le risorse finanziarie aggiuntive andrebbero concentrate su due linee di intervento. La prima finalizzata al rilegamento in fibra ottica delle Stazioni Radio Base degli operatori FWA secondo il modello FTTA (Fiber To The Antenna) per l’offerta di servizi ad altissima capacità nelle aree interne del Paese. Le attuali prescrizioni regolamentari del Piano Bul nelle aree bianche impongono al concessionario di collegare in fibra ottica soltanto le Stazioni Radio Base che si trovano nelle vicinanze immediate dei tracciati in fibra progettati per la rete FTTH. Ciò comporta l’esclusione di gran parte delle antenne degli operatori FWA ubicate in aree più marginali rispetto ai centri abitati, che quindi non possono beneficiare di un collegamento di backhauling in fibra ad altissima capacità (almeno 10 Gbps). Questo intervento si pone, quindi, come aggiuntivo e complementare rispetto all’attuale Piano Bul.

E il secondo intervento?

Dovrebbe riguardare la realizzazione di nuove torri nei borghi e piccoli comuni per l’offerta di servizi FWA/mobili. È evidente come lo sviluppo del 5G, sia FWA sia mobile, renderà necessaria una maggiore densificazione delle reti wireless, che dovrà inevitabilmente coinvolgere anche i piccoli centri abitati. In termini di infrastrutture digitali, tutto ciò si tradurrà nella realizzazione di nuove torri, ossia di strutture pubbliche per l’installazione di antenne FWA.

Uno dei primi interventi del nuovo Governo è stato ridisegnare le competenze del ministero dell’Innovazione tecnologica e della Transizione digitale, in mano a Vittorio Colao, e del ministero dello Sviluppo economico guidato da Giancarlo Giorgetti. Quali sono, a suo parere, le questioni principali che dovranno affrontare i nuovi ministri ai quali è stata affidata la governance del settore telecomunicazioni?

Rispetto al precedente Esecutivo, la ripartizione delle competenze in materia tlc è senza dubbio meno frammentata. Oggi è più chiaro il “chi fa che cosa” e l’expertise sia del ministro dell’Innovazione tecnologica e della Transizione digitale, Vittorio Colao, sia del ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, è un valore aggiunto per il nostro comparto. Abbiamo molto apprezzato le parole del ministro Colao sulla necessità di accelerare l’infrastrutturazione nelle aree bianche del Paese, facendo leva anche sull’FWA, per colmare il ritardo del Piano Bul e non lasciare indietro nessuno, evitando così il rischio di una ripresa non inclusiva.

In concreto?

Speriamo che queste parole siano il punto di partenza di un percorso finalizzato ad accelerare la digitalizzazione del paese, a partire da un cambio di passo nella realizzazione del Piano Bul, su cui siamo purtroppo in forte ritardo rispetto alle tempistiche previste dal concessionario. Eolo mette a disposizione del Governo la sua esperienza e il suo know-how per costruire insieme un Paese più digitale e inclusivo da consegnare alle prossime generazioni.

Oltre all’esperienza nel mondo delle telecomunicazioni, con il ministro Colao condivide anche l’amore per lo sport, in particolare il ciclismo. Come nasce questa passione?

L’amore per lo sport mi accompagna da tutta la vita. La mia prima passione è stata la corsa, in particolare nei percorsi di montagna, dove la grande fatica è ripagata dalla bellezza dei paesaggi: ho partecipato per tre volte al Tour Des Géants, la celebre e temibile corsa attorno al Monte Bianco, e ogni anno prendo parte a una trentina di trial.

Poi è arrivata la bicicletta…

All’inizio la vedevo solo come un modo per diversificare i miei allenamenti, ma con il tempo ho imparato a scoprire la bellezza del ciclismo, e oggi posso dire di sentirmi ormai più un ciclista che un runner. Dall’amore per la bici è nata anche la decisione di diventare main sponsor di una squadra ciclistica professionale, la Eolo-Kometa, diretta da due grandi campioni che hanno fatto la storia di questo sport: Ivan Basso e Alberto Contador. Un progetto nel quale crediamo molto e che ha, per noi di Eolo, un forte significato simbolico. Il ciclismo è infatti uno sport che collega e unisce i territori, portando i grandi campioni ad attraversare anche zone periferiche e piccoli comuni, proprio come fa Eolo, che porta connessioni ultraveloci arrivando in tutte le aree del paese.

(Marco Tedesco)

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