Visaginas è una città lituana abitata per tre quarti da popolazione russofona, contro la media del 5% nel resto del Paese. Situata a 10 chilometri dal confine, questa città ha dovuto fare i conti con l’invasione russa dell’Ucraina. L’11 e il 12 luglio la Lituania ospiterà nella capitale Vilnius, ad appena 150 chilometri da Visaginas, il prossimo vertice dell’alleanza NATO.



Dalia Straupaité, l’ex sindaco, il 9 maggio ha raccolto attorno a sé un piccolo gruppo e ha sfidato il divieto di manifestare per mostrare il proprio sostegno al regime del Cremlino, deponendo corone di fiori nei colori della Russia e invitando a parlare ex dipendenti della centrale nucleare di Ignalina, la cui costruzione avvenuta alla fine degli anni Settanta ha portato alla creazione della città di Visaginas. Come si legge su Le Monde, la vicesindaco Alexandra Grigienii ha spiegato che “l’invasione dell’Ucraina è stata uno shock per Visaginas, che è al 75% di lingua russa”, precisando di aver “riunito i leader di ogni comunità. Solo i russi hanno detto che questa guerra era una cosa buona”. Nonostante ogni invito alla tolleranza, in breve la città di Visaginas è stata imbrattata da numerose “Z”, la famigerata lettera a sostegno dell’invasione dell’Ucraina. Bandiere ucraine sono state strappate nottetempo. Nella comunità russofona di Visaginas, “i residenti denunciano che i rifugiati ucraini non devono imparare il lituano – prosegue la vicesindaco a Le Monde – mentre le minoranze di lingua russa sono obbligate a farlo. Denunciano inoltre che i canali russi sono bloccati“.



Comunità russofona in Lituania: “quando si recano in Russia vedono che…”

Visaginas, in Lituania, è una città al 75% russofona. La comunità russofona appoggia la guerra in Ucraina e da tempo lamenta di non riuscire a comunicare con l’ospedale di Vilnius, la capitale, dove la lingua parlata è il lituano. Inoltre, come negli altri Stati baltici, la Lituania ha accelerato la scomparsa del sistema di istruzione duale russo-lituano, tuttavia non ha abolito l’insegnamento della lingua russa. Come si legge su Le Monde, Il Municipio riceve regolarmente chiamate dai servizi segreti lituani con il fine di monitorare sentimenti filo-russi.



Le autorità locali inoltre hanno indicato che le richieste di porto d’armi erano in aumento, sia tra la comunità russofona sia tra gli altri residenti. Per la vicesindaco Alexandra Grigienii, tuttavia, “quando queste persone si recano in Russia, vedono la differenza di tenore di vita e i vantaggi di vivere nell’Unione europea e di essere protetti dalla NATO, la scelta viene presa rapidamente“.